Un proverbio dice che: 'nel Guizhou il cielo non è azzurro per tre giorni, il territorio non è piano per tre lǐ e la gente non ha tre centesimi', ma la gentilezza e la complessità di questa autentica zona, sono le sue più grandi ricchezze e opportunità.
Inizio agosto, ricevo con stupore e gratitudine l’invito a far parte alla 26ª edizione Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles, che si è svolta a Renhuai, nella naturalistica provincia cinese di Guizhou.
Mi sono immersa in un’esperienza totalizzante e grandiosa, come il paese che ha ospitato questo autorevole concorso, divenuto riferimento mondiale tra i concorsi di spiriti, in quanto indicatore delle ultime tendenze nel mondo dei distillati e liquori.
Sono stati degustati un totale di 2754 campioni provenienti da 62 Paesi, le categorie coperte di spiriti erano 58, valutate da una giuria composta da 154 esperti provenienti da 38 nazionalità diverse e guidati da un unico obiettivo: selezionare rigorosamente i migliori spiriti a livello mondiale.
Ma come è organizzata la rigorosa selezione durante il Concorso?
Ogni tavolo è composto da un massimo di sei persone, ognuna di nazionalità diversa; lo scambio che ne consegue è internazionale e quello che ne deriva è un ampliamento fattivo delle conoscenze dei prodotti a livello mondiale. C’è un presidente di giuria che ha la funzione di coordinamento e supervisione, data dalla sua esperienza nelle precedenti Spirits Selection.
Il primo assaggio, uguale per tutti i giudici, è di taratura/calibration, ed è ovviamente alla cieca, così come tutti gli altri assaggi. Ogni giudice è in possesso di un tablet, dove compaiono le batterie (generalmente sei), che vanno dai tre agli otto assaggi, suddivisi per tipologia di prodotto. Vi è un ordine preciso in cui il distillato è prestabilito all’interno della singola batteria.
Per ogni prodotto del flight, è presente la scheda di degustazione, che va debitamente compilata, unitamente alle considerazioni globali.
I voti che ogni singolo giudice indica sul proprio ablet, vengono trasmessi in automatico al presidente del tavolo e al termine della degustazione della batteria, vengono discussi i risultati e le eventuali medaglie.
L’Italia, dalla quale sono pervenuti 230 campioni, ha mantenuto con orgoglio il suo ruolo di grande paese produttore: 59 spiriti italiani hanno portato a casa una medaglia, tra cui 2 Gran Medaglie d’Oro, 21 Medaglie d’Oro e 36 Medaglie d’Argento.
La nostra Regione, con fierezza, ha portato a casa tre medaglie.
Una Medaglia d’Oro assegnata al liquore ‘Sassuolino’ di Roteglia 1848, un liquore originale che arriva da Sassuolo, ottenuto attraverso l’infusione dell’ anice stellato. Un distintivo e inconfondibile profumo aniciato, seguono note agrumate, cenni balsamici e si rivela delicato e nel contempo morbido al palato.
Sempre di Roteglia 1848, una Medaglia d’Argento è andata a ‘Cherry di Ciliegia Moretta’: dalla ciliegia moretta di Vignola, nasce questo liquore dolce e suadente, in cui la moretta si esprime nettamente a livello gusto-olfattivo.
E infine, un’altra Medaglia d’Argento è stata attribuita a ‘Un Bitter – Bitter Vino 2023’ di Matteo Pirini. Uno straordinario Bitter, in perfetto equilibrio tra l’amaricante del bitter e l’avvolgenza del vermouth, creato dalla grande esperienza DiBaldo Spirits.
Durante i giorni del concorso non ci sono stati solo i panel di degustazione; ricchi e intensivi sono stati i momenti di formazione: masterclass di altissimo livello che hanno permesso di perfezionare la conoscenza degli spiriti di tutto il mondo. In particolare, durante la Baijiu Academy, lo studio e l’ approfondimento del rappresentativo spirito cinese ci ha permesso di qualificarci come ambasciatori internazionali del Zunyi Moutai-flavor Baijiu.Il Guizhou è il luogo di nascita del Baijiu Sauce Aroma e Renhuai è stata designata da anni come la ‘Città del Baijiu’.
Il numero di impianti di produzione è stupefacente: oltre 1.000 impianti concentrati in un’area di circa 1.800 km². Per tale motivo, la regione ha investito in maniera importante nella codificazione del suo baijiu, con l’obiettivo di aumentarne la portata internazionale e ottenendo un’indicazione geografica (IG) per il loro Baijiu Sauce Aroma.
Baijiu, significa letteralmente ‘alcol bianco’ ed è il distillato nazionale più simbolico e famoso in Cina (nel 2023 sono stati prodotti circa 629 milioni di ettolitri). Per produrre questo distillato, detto ‘liquore bianco’ o ‘spirito bianco’, si parte da cereali come il riso, il grano, il miglio, ma soprattutto il sorgo, pianta erbacea appartenente alla famiglia delle graminacee. La selezione dei cereali è molto importante poichè, come è noto, la materia prima influisce nettamente sulla qualità del prodotto finale.
Molte sono le varietà regionali e molteplici le tecniche di produzione, ma il baijiu realizzato nel Guizhou utilizza il metodo di fermentazione a base di un impasto di cereali unito ai residui della distillazione precedente, tecnica della ‘solid-state fermentation’. Il baijiu che ne deriva è particolarmente pregiato, perché richiede una complessa elaborazione, venendo sottoposto a diverse distillazioni.
Inoltre, nel Guizhou, è presente un particolare microclima subtropicale umido, caratterizzato da sorgenti di acqua cristallina e natura incontaminata, tutti aspetti ideali per la coltivazione e fermentazione delle materie prime.
La storia dell’alcol in Cina ha radici lontane, che si sono sviluppate durante attraverso differenti epoche, ma è durante la dinastia Ming che la produzionee di baijiu diviene più sosfisticata.Uno dei più famosi baijiu è il Moutai, noto per essere conosciuto anche come il ‘Baijiu Nixon’, perché il Presidente americano ne ricevette una bottiglia in dono in occasione di una sua visita istituzionale in Cina.
Anche oggi il baijiu non può mancare in cene ufficiali e d’affari, in quanto è parte essenziale della cultura imprenditoriale cinese (non a caso è definito come ‘il liquore bianco della diplomazia’).
Al di là delle occasioni politiche, il baijiu è presente e ben radicato nella vita sociale in Cina: viene consumato durante le celebrazioni, i banchetti, i riti religiosi, in quanto simbolo di buon auspicio.
Il baijiu non è non solo il distillato nazionale più bevuto in Cina, ma è il distillato più bevuto al mondo. Viene gustato liscio, in bicchierini o piccole ciotole, pronunciando le parole di rito ‘Gan Bei’, letteralmente ‘svuotare il bicchiere’, bevendolo quindi tutto d’un fiato senza mai rifiutarsi al brindisi (suggerisco di non provarci proprio!...).
Oggi il baijiu viene consumato anche al di fuori della Cina, tendendo ad avere uno slancio internazionale. Spesso viene utilizzato anche per la preparazione di alcuni cocktail dal fascino orientale, con la conseguente crescita del numero di consumatori.
Al di là delle distanze geografiche, la Cina adesso sembra essere più vicina e il baiju si inizia a bere sempre di più anche al di fuori della Grande Muraglia.
Adriana Adele Bianco
Sommelier e Degustatore AIS
Giudice Spirits Selection by CMB