In Romagna complessivamente sono oltre 1200. Sono tutti in giacca e cravatta, in alto a sinistra hanno affisso il taste de vin. Sono i sommelier Ais della Romagna, da Imola a Cattolica, un “esercito” specializzato nel consigliare la giusta etichetta, riconoscere un vino dal sentore olfattivo, indicare l’abbinamento migliore al piatto preferito. Il ruolo del sommelier è divenuto sempre più centrale nel fare conoscere i vini del nostro territorio.
E proprio per la loro importanza e le adesioni in continuo crescendo, si era resa necessaria una sede che rispondesse alle nuove esigenze dei corsi. Detto, fatto: Ais Romagna si è dotata a Cesena (via dell’Arrigoni, 288) di una sede centrale di assoluto livello che sarà inaugurata lunedì 6 luglio alle ore 19.30. La data non è scelta a caso: proprio il 6 luglio di 55 anni fa nasceva nel nostro Paese l’Associazione Italiana Sommelier. Per onorare la ricorrenza a tagliare il nastro sarà il Vicepresidente nazionale AIS Roberto Bellini.
Si diceva della sede a Cesena. È probabilmente tra le più all’avanguardia del panorama nazionale. Nei 250 metri quadrati dedicati al vino trovano spazio 80 postazioni per corsi e degustazioni, telecamere con proiezione su schermo per visualizzare i dettagli delle lezioni, cucinotto per l’accompagnamento dei piatti nell’abbinamento cibo-vino. Le norme di sicurezza per il distanziamento hanno portato a una riduzione dei posti, tuttavia gli ampi spazi consentono una buona presenza di partecipanti.
Il numero degli aderenti ad Ais Romagna tende a crescere di anno in anno. In questa edizione sono stati oltre 300 gli aspiranti sommelier sparsi in tutta la Romagna, spalmati nei 7 corsi sui vari livelli di conoscenza. Perché i livelli di apprendimento di Ais sono tre. Si parte dall’infarinatura generale su vitigni e degustazioni, si passa ai vini delle regioni d’Italia e oltreconfine, per concludere il percorso del terzo livello sull’abbinamento cibo-vino. Presidente di Ais Romagna è Roberto Giorgini, tra i pionieri di Ais a Cesena, nel lontano 1975 insieme a Bolognesi, Raccagni, Fabbri, Mercadini e Teverini, a cui poi si sono avvicendati Stradaroli, Medri e Mondini. Da quel primo storico gruppo ne è passato di vino nelle botti e nei calici, tanto che oggi Ais mette in campo numerose iniziative per la valorizzazione del vino romagnolo sul territorio e in giro per l’Italia. Tra le più rilevanti, la pubblicazione della guida “Emilia Romagna da bere e da mangiare” (PrimaPagina editore) che da 15 anni mappa le cantine regionali e fa conoscere i loro vini negli eventi di Tramonto DiVino. E ancora, il Master dell’Albana e quello del Sangiovese, sempre in collaborazione con il Consorzio Vini di Romagna.
Senza dimenticare i numerosi eventi che le singole delegazioni romagnole mettono in campo periodicamente sui vari territori (Imola, Faenza, Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini).