Crepe sullo scaffalle

Abili e colti, laboriosi e del tutto differenti tra di loro, i fratelli Montanari sono oramai un punto fermo della viticoltura romagnola. Giacomo e Camillo, appartengono a quella giovane generazione di vignaioli che ama studiare e impadronirsi delle nuove scoperte riguardanti il settore vitivinicolo. Ma non chiamateli “secchioni” perché passano la maggior parte della giornata sul campo ad applicare, “cum grano salis”, il frutto degli studi.

La loro azienda, Cà di Sopra, si trova in piena sotto zona Marzeno, (una delle 12 MGA del sangiovese romagnolo) e può disporre di una parte vitata, suddivisa grossolanamente in una decina di vigneti singoli, di circa 30 ettari, prevalentemente su suoli argillosi e calcarei di media collina. Cà di Sopra, attiva con attività di produzione e conferimento di uve dagli anni ’60, si affaccia sul mercato con le proprie etichette solo dal 2006, proponendosi con rossi solidi e dal carattere tannico piuttosto pronunciato.

E’ il 1967 l’anno in cui inizia l’avventura vitivinicola, quando Pellegrino Montanari con al seguito il figlio Mario, acquista la tenuta Cà di Sopra. Nel 1989 poi si aggiunge il podere Cà del Rosso, dove oggi sorge la nuova cantina. Da qualche anno, al nutrito drappello di vini rossi che caratterizzano la produzione aziendale, si sono aggiunti anche due interessanti vini bianchi; un Albana ed un Pinot Bianco.

Ma veniamo ai vini rossi, anema e core di Cà di Sopra; vini rossi che in pochi anni sono entrati, oltre che nelle grazie dei consumatori, anche nelle posizioni di vertice di importanti guide nazionali. Merito di scelte agronomiche più consapevoli e del rapido aggiustamento di tiro, sul fronte della robustezza tannica, operato in cantina da Giacomo, artefice peraltro della memorabile bottiglia Cà di Sopra Riserva 2011.
Dice: evvabbè, si gioca facile, è una riserva, ma come ce la caviamo con il vino “quotidiano”? Non è un mistero che fare un Riserva rappresenti, per il produttore, motivo di orgoglio, oltre che essere il risultato delle sue ambizioni, dei suoi progetti e delle sue visioni. Ma spesso accade che questo traguardo non sia cosi facile, almeno nell’immediato, e che invece il vino più diretto, più gradevole e gustoso lo si trovi più facilmente nelle etichette di rango, e spesso anche di prezzo, inferiore. Lascio a voi giudicare, “cum grano salis” (questa oramai l’ho imparata) caso per caso.

Crepe

Oggi vi segnalo il Sangiovese Superiore Crepe 2017, crepe di nome e di fatto, crepe che si formano nei suoli argillosi e calcarei dei terreni aziendali. Ogni singola bottiglia di Crepe 2017 contiene 13 anni di esperienza e studio, e circa 10 euro di profumi di mirtilli, rose e lamponi. E’ un vino dove si avverte sia la parte tannica, ben integrata e piuttosto fine, che il frutto, fresco e generoso e non viziato da eccessi di maturazione. Convincente anche il finale, piuttosto sapido e in fortunata carenza da indesiderate e inopportune sdolcinature.

CA’ DI SOPRA
Via Feligara,15 Loc. Marzeno (Brisighella)

Romagna Sangiovese Superiore Crepe 2017
Circa euro 10,00


Giovanni Solaroli
Giornalista, degustatore ufficiale, docente AIS, per anni è stato il referente per la Romagna della Guida Ais nazionale Vitae. E' co-autore del primo e unico libro interamente dedicato all’Albana di Romagna.
giovannisolaroli@gmail.com

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