Stabilire una connessione tra un vino e una zona di produzione è impresa ardua specie quando si parla di Romagna Sangiovese che con le sue 16 sottozone offre una pluralità di stili davvero notevole. Stili determinati da molti fattori, tra i quali anche la zona di produzione ma non solo, perché la mano del produttore, le sue conoscenze ed i suoi gusti sono elementi altrettanto importanti nel caratterizzare il vino.
Come può fare dunque il consumatore, normalmente privo di competenze enologiche, a collocare un Romagna Sangiovese in una determinata zona? Ad isolarne i suoi elementi di riconoscibilità per poi sapere esattamente cosa chiedere al ristoratore di turno?
È questo il prezioso lavoro che alcuni produttori di determinate aree stanno cercando di fare; mettersi assieme per trovare gli elementi per gettare le prime basi di un racconto che possa essere fruibile. Lo hanno fatto Predappio e Modigliana, ora ci provano i vignaioli di Castrocaro che hanno esordito mercoledì 29 giugno nel Palazzo Pretorio di Terra del Sole in un evento organizzato dal Consorzio Castrumcari.
La peculiare natura del sottosuolo della sottozona Castrocaro è quella di essere ricca di acque salso bromo iodiche, elemento che il degustatore Vitaliano Marchi (responsabile per la Romagna della Guida Ais Vitae) ha messo in evidenza durante la breve ed efficace presentazione sia della zona che dei vini in assaggio. Quello che caratterizza il territorio di quell’area infatti è il confluire di vari aspetti come i suoli argillosi di natura calanchiva, lo Spungone, le argille azzurre e rosse ferrettizzate. Tutto questo darebbe vita a vini il cui tratto comune parrebbe essere una certa delicatezza tannica, ma con un numero di campioni così esiguo è meglio essere prudenti nello stilare dogmi.
Ma eccovi le note dei vini.
FIORENTINI
Situata nelle prime colline che sovrastano il centro abitato di Castrocaro, i 6.5 ettari di vigneti sono posizionati a un’altitudine di 250 s.l.m, su un complesso costituito da argille azzurre. L’azienda agricola Fiorentini ha da sempre la missione di valorizzare i due vitigni principe del terroir Romagnolo: il Sangiovese e l’Albana. Recentemente ha introdotto il Famoso. La scelta dell’azienda di vinificare solo uve romagnole non è casuale, in quanto espressione della volontà di essere simbolo non solo della Romagna geografica, ma anche interprete della Romagna storica e culturale.
Vino degustato. FIORONE 2019: ad un assaggiatore esperto non sfuggirà il bel grip aromatico determinato dall’effetto della macerazione carbonica cui è stato sottoposto una parte del mosto (la tecnica usata per i vini novelli). Colorazione rosso appena trasparente. Piccoli frutti di bosco e fiori molto intensi, tannini vivaci struttura senza eccessi e freschezza tonica fanno di questo vino un esempio di vino gourmand dalla persistenza calibrata.
TENUTA PENNITA
Sorge sulle colline romagnole che dominano il borgo mediceo di Terra del Sole. La tenuta appartiene dal 1974 alla Famiglia Tumidei e da sempre i terreni sono dedicati alla produzione delle uve Sangiovese. Dei 28 ettari vitati, la maggior parte è dedicata alla coltivazione del Sangiovese di Romagna
Vino degustato. ROSSO 2000: Colore più intenso e scuro con profumi rustici e schietti. Violette appassite, un tocco erbaceo con inserti di cuoio. Sorso fresco, tannini ancora in via di integrazione e il frutto un po' sacrificato da un finale sapido e breve.
MARTA VALPIANI
Tenuta agricola di 34 ettari, a 300 metri di altitudine, nella collina di Bagnolo a Castrocaro Terme, in quella che veniva definita la Romagna Toscana, luogo da sempre vocato per la coltivazione del Sangiovese e dell’Albana. La sua storia inizia negli anni ’70 con Dino Valpiani; a partire dal 1999 con l’acquisto dei primi due ettari a Bagnolo da parte di Delio Mazzavillani, inizia la conduzione di Elisa Mazzavillani. I vini sono interpreti del territorio, seguendo i dettami dell’agricoltura biodinamica. La coltivazione è solo di vitigni autoctoni: Albana, Sangiovese e Trebbiano Romagnolo nei 12,5 ettari di proprietà.
Vino degustato. RIO PIETRA 2019: Rosso rubino che ci piace, con trasparenze da sangiovese classico. Profumi contenuti, nitidi di ciliegia ed erbe aromatiche, che richiamano una maturità che ritroviamo al sorso dove il frutto splende e l’equilibrio tra tannini delicati e freschezza sapida rende il vino davvero notevole. Ha slancio, profondità ed eleganza.
VILLA BAGNOLO
Nasce alla fine degli anni ‘90 per iniziativa di Vito Ballarati, il quale dopo una vita nel mondo tessile, forte di una passione per l’enologia decide di tuffarsi nello studio e nella pratica della viticoltura avvalendosi di specialisti agronomi ed enologi. L’azienda agricola sorge su un colle dell’Appennino Tosco-Romagnolo, a 300 metri sul livello del mare, protetto da una corona di rocce argillose, i calanchi. Qui nascono e vengono lavorate le uve su un’area di circa 17 ettari vitati.
Vino degustato. SASSETTO 2019: Rosso intenso e fitto, ha naso inizialmente timido, poi ritrova note di frutta rossa e spezie. Più espressivo in bocca, con un profilo carnoso e fruttato. Tannini ben estratti e integrati dal frutto che emana calore e sapore.
POGGIO DELLA DOGANA
Nasce a Terra del Sole, direttamente sul poggio nel quale si ergeva la dogana di passaggio di confine storico, territoriale e culturale tra Romagna Pontificia e il Granducato di Toscana. È l’avventura vinicola di quattro amici oltre che imprenditori: i fratelli Aldo e Paolo Rametta, Cristiano Vitali ed Emanuele Coveri. L’azienda agricola conta su 20 ettari vitati, 9 dei quali nel Comune di Castrocaro e 11 a Brisighella.
Vino degustato. SANTA REPARATA 2018: Bel rosso appena trasparente, con profumi di ciliegia, more di rovo, spezie e arancia sanguinella. Sorso avvincente per eleganza, freschezza di frutto e integrità dei tannini. Davvero notevole e non cede nemmeno in persistenza: misurata e saporita.
CORTE SAN RUFFILLO
Azienda agrituristica biologica di circa 430 ettari (200 a biologico) sull’Appennino Tosco-Romagnolo, si trova prevalentemente nella Valle del Montone. Alla coltivazione della terra, Corte San Ruffillo affianca le attività di ospitalità agrituristica e quella di trasformazione dei prodotti agricoli come composte di frutta, vino e salumi.
Il vino nasce nei 24 ettari di vigneti in produzione biologica. La cantina di San Ruffillo può ospitare circa 300 ettolitri di vino per una produzione esclusiva di circa 25.000 bottiglie.
Vino degustato. SANGIOVESE 2019: Rosso tendente al granato, ha profumi appena sfuocati, ma si riscatta al palato dove ritrova precisione tannica, sapidità e un frutto dolce. Il finale ha preziose striature di liquirizia.