di Ilaria Montalti
Si chiama Domenico Bartolomeo, è siciliano d’origine, da molti anni vive in Romagna. Alle spalle ha una lunga esperienza lavorativa, attualmente ricopre il doppio ruolo di Food & Beverage Manager in un’azienda del Riminese e di chef presso il ristorante Mulazzani di Rimini.
Bartolomeo si è aggiudicato il Trofeo Cuochi Romagnoli 2022, svoltosi a Casa Artusi, preparando “Acciughe fritte”, piatto ispirato, come richiesto dal regolamento, a una ricetta del manuale artusiano (in questo caso, la 482). A valutare i piatti dei concorrenti una giuria presieduta da Marco Frassante e composta da Fabio Gallo e Luca Borrelli della Nazionale Italiana Cuochi, Laila Tentoni Presidente di Casa Artusi, Giovanni Tucci Presidente dell’Associazione Cuochi Romagnoli, Simone Ricci del “Castello d’Albereto” (premiato nel 2021 come miglior ristorante romagnolo dalla Guida dell’Espresso), Pier Antonio Bonvicini giornalista e critico enogastronomico.
Abbiamo incontrato Domenico Bartolomeo.
Cosa si prova a vincere un premio nella patria dell'Artusi?
Non è il primo che ho vinto, tuttavia senza dubbio vincere il premio nella patria dell'Artusi mi ha fatto provare tanta emozione e voglia di mettermi in gioco.
Cosa rappresenta l’Artusi oggi?
Ancora oggi il gastronomo rappresenta un punto di riferimento importante per i grandi cuochi italiani. Dal suo Manuale nasce e cresce da sempre la storia della cucina Romagnola e più in generale quella nazionale.
Come si è avvicinato alla cucina?
Da sempre mi piace il mondo della cucina, mi sono avvicinato quando ero piccolo. Ho ereditato la passione di mio padre e ne sono innamorato ormai da ben 32 anni.
Il suo piatto preferito?
Non ho un piatto preferito ma quello che mi fa ricordare di più l'infanzia è il classico tiramisù.