Per tanto tempo la cucina gluten free è stata un po’ come Winston Churchill: tiravi fuori una frase ad effetto e la attribuivi allo storico primo ministro British. Questione di prestigio misto tendenza moda. Poco importava che fosse vera, falsa o verosimile. D’altronde dove trovare qualcuno che smentisse?
Per fortuna c’è anche chi ha preso le cose sul serio e ha fatto del ‘senza glutine’ il suo mantra distintivo. ‘Losteria del Pesce’ a Riccione, su viale Ceccarini, è tra queste. Qui le cose le hanno fatte per bene. Prima di tutto hanno realizzato due cucine distinte, separate in tutto, dal personale che ci lavora agli ingredienti che non si contaminano. Poi hanno realizzato due menù distinti, gluten free e classico, con la possibilità di incursioni su entrambi. Il risultato è una doppia proposta di qualità che in pochissimi riescono a mettere in campo in Riviera, con tanto di menù in attesa di certificazione Aic (quello per i celiaci).
Artefici del progetto sono alcune firme della cucina capitanate da un nome che da solo ha fatto il racconto della ristorazione italiana, quel Vincenzo Camerucci che ha allevato generazioni di giovani e lanciato il format del chilometro zero, ovvero il ristorante con annessa azienda agricola in cui coltivare - in proprio e secondo processi bio - tutte le materie prime.
Insieme a lui Cosimo Milanese, delegato regionale Ristoworld Italy e chef-excutive di alcuni locali stellati. Pugliese di origine, si è specializzato in chimica degli alimenti e cucina scientifica. Gli altri anelli sono Stefano Paci (discendente della storica pasticceria “Vecchi” di Rimini) formatosi nelle Hell’s Kitchen del masterchef scozzese Gordon Ramsay, e Massimo Serafini.
A investire ne Losteria del Pesce è l’imprenditore Gabriele Urbinati, già titolare sul porto canale di Riccione del Kalamaro Fritto Osteria e del Caffè del Porto di Riccione ed inventore del “Kalamaro piadinaro”, il format diventato un franchising di successo con sedi in tutta Italia.