Compiono cent’anni i Baci Perugina. Quelli che addolciscono le giornate grigie. Quelli che rinfocolano l’amore di coppia. Quelli che hanno persino cambiato il vocabolario; da quel giorno infatti “riempimi di baci” ha allargato i confini.
L’idea dei Baci era venuta alla geniale Luisa Spagnoli, già avanti d’un secolo nell’arte del riuso. Ritrovandosi gli avanzi di nocciola, scattò l’idea di avvolgerli con una pralina di cioccolato. Il nome designato era “cazzotto”, Giovanni Buitoni, compagno di Luisa, ammorbidì il tutto con “bacio”. C’era da capirlo, spesso i due si scambiavano messaggi amorosi, tanto che la leggenda narra che proprio da lì arrivò l’acuta idea dei bigliettini con le frasi celebri. A idearla fu Federico Seneca, art director dell’azienda e mai come in questo caso nome omen. Perché è a quel punto che i Baci Perugina da cioccolatino da gustare entrano nel mito. E anche il più impassibile alle frasi sdolcinate una sbirciatina finisce per darla a quei brevi testi così sentimentali.
D’altronde parliamo di un prodotto che ha saputo andare al di là di sé stesso, capace di passare dal gusto all’animo. Qualcosa di più, dunque, del palato. Lo aveva capito Vittorio Gassman che prestò la sua interpretazione nel Carosello nel 1959 citando Catullo, tre anni dopo il testimonial fu internazionale, quel Frank Sinatra che fece conoscere i Baci a tutto il mondo proiettandoli a emblema del made in Italy.
Per il secolo di storia è un altro simbolo dell’Italian style a disegnare una limited edition, Dolce & Gabbana, che hanno ideato un packaging speciale con le stelle color oro che risplendono su uno sfondo blu notte. Quella delle stelle fu un’altra genialata di Seneca, che le associò al cioccolatino disegnando una coppia che si baciava sotto una coltre di fasci luminosi. Ad ispirarlo era stato il celebre Bacio di Hayez nella Pinacoteca di Brera (per la cronaca, una delle opere più amate dai visitatori).
Domanda d’obbligo: quanti sono gli art director di oggi che conoscono Hayez?