Si chiama Enoblogger, al secolo Emanuele Trono. Cresciuto nelle Langhe, con i suoi oltre 81mila follower su instagram è uno dei maggiori influencer nel mondo del vino nel panorama nazionale. Sommelier Ais, sempre in giro per cantine, in più occasioni ha conosciuto la Romagna enologica. Di recente l’ha “degustata” in un evento insieme al Consorzio vini di Romagna. Con lui facciamo il punto su quanto è “influencer” la Romagna del vino.
Qual è la reputazione dei vini romagnoli nel panorama nazionale?
Purtroppo è una zona poco conosciuta specialmente dal target a cui mi avvicino io. La regione Emilia Romagna è principalmente associata alla produzione di Lambrusco.
Il pregio del vino romagnolo?
Lo trovo vero e dinamico, rispecchia molto il carattere del romagnolo frizzante.
Il difetto?
Ha bisogno di trovare una sua identità per essere raccontato. Deve inoltre trovare un posizionamento ben preciso nella testa del consumatore medio, cosa che attualmente purtroppo non c’è.
Il sangiovese in un aggettivo
Poliedrico
E l'albana?
Vibrante
L'ultima volta che è stato in Romagna ha bevuto?
Principalmente diverse espressioni di Sangiovese di diverse zone, ho fatto un’interessante panoramica su come si esprime in diversi modi in base alle interpretazioni dei produttori.
Lei ha scritto il libro "Guida al vino Rosso": quale posto ha la Romagna?
Non lo definirei un vero e proprio libro, ma semplicemente una guida digitale dove do alcuni consigli per degustare al meglio il vino rosso e le tecniche di vinificazione utilizzate. Quindi non ho parlato di regioni nello specifico.
Oltre 81mila follower: cosa ne pensa di così tanto seguito?
Sinceramente non mi aspettavo che la crescita potesse essere così alta in poco tempo. Ne sono estremamente contento e vedere tanti ragazzi che interagiscono con me per confrontarsi sul meraviglioso mondo del vino mi riempie di gioia e mi sprona a lavorare sempre meglio.
Come è nata la sua passione per il vino?
Sono ormai circa 6 anni che sono appassionato. È nata lavorando in alcuni locali del mio paese, servendolo ai clienti ho cominciato ad interessarmi, quindi mi sono iscritto ai corsi di sommelier AIs, poi ho frequentato un master in Italian wine culture all’università del gusto di Pollenzo. La formazione è stata fondamentale e anche oggi tutti i miei viaggi sono la scuola più bella per imparare cose nuove su questo stupendo mondo.
Il primo bicchiere a quanti anni?
Ero piccolissimo, il nonno mi fece assaggiare dal suo calice come un rito d’iniziazione.
Lei è cresciuto nelle Langhe. Le differenze con la Romagna?
Diciamo che il territorio delle langhe ha sviluppato tantissimo la crescita, e il livello di qualità è incredibile. Ci sono stati pionieri come Angelo Gaja che in passato hanno portato all’estero i vini di Langa facendoli conoscere e rendendoli celebri. La Romagna la vedo una zona nuova, fresca e con tantissimo potenziale di espressione. È fondamentale i produttori si uniscano e facciano fronte comune sul lato della comunicazione.