La prima volta che assaggiai i vini targati Noelia Ricci fu per l’inserimento nella Guida Vitae 2016. Ricordo bene la sorpresa che suscitarono i due sangiovese, ambasciatori di uno stile tanto preciso quanto nuovo nel panorama dei Sangiovese romagnoli. L’immagine dei rossi romagnoli potenti, carnosi, tannici e alcolici veniva qui smontata pezzo per pezzo e rimontata proponendo un’altra chiave di lettura: profondità, leggerezza di beva, delicatezza tannica e maggior equilibrio alcolico. Forse fu proprio per questo che i punteggi non risultarono elevati: noi non si era avvezzi ad uno stile che sembrava depauperare la struttura dei vini, sottraendogli l’anima.
Questa “rivoluzione” ebbe come genitori Marco Cirese (nella foto) e Francesco Bordini, e come luogo la Tenuta Pandolfa di Predappio. Ripercorro per i più pigri i tratti salienti della ricca storia di questa Tenuta che si estende per 140 ettari a Predappio, ai piedi dell’appenino Tosco-Romagnolo. La denominazione Pandolfa sembra che derivi direttamente da Sigismondo Pandolfo Malatesta, detto il “Lupo di Rimini”, che avrebbe stazionato a lungo in questi luoghi prima di accingersi a saccheggiare nel 1436 il Castello di Fiumana. Dal 1626 al 1941 i proprietari della Tenuta furono i Marchesi Albicini, successivamente fu acquistata da un imprenditore di Forlì, il Commendator Giuseppe Ricci. Dopo le traversie subite dalla tenuta durante l’evento bellico, Giuseppe Ricci si adoperò per il rinnovamento valorizzando la vocazione agricola acquistando due poderi adiacenti e impiantando vitigni di Sangiovese, Trebbiano e Albana.
Alla morte del Ricci nel 1980, fu la figlia Noelia ad intuire per prima il potenziale di questi pendii, e così iniziò a piantare nuove vigne e ad avviare i lavori di costruzione della cantina. La Pandolfa è ancora di proprietà della nipote del Ricci, Paola Piscopo. Ed eccoci a Marco Cirese, uno dei figli di Paola Piscopo, portatore di questa visione. Il progetto dunque nasce all’interno della Pandolfa. Nel 2010 Marco sceglie qualche ettaro, dapprima 7 e ora 9, per produrre due rossi nuovi, modellati sul suo palato e sulla sua idea.
I primi vini escono nel 2013, il resto è storia attuale. Una storia che prende forma grazie al modo garbato, intriso di umanesimo, che ha Marco di rapportarsi con l’ambiente e le persone della sua squadra. La ricognizione nei vigneti rende più facile la lettura e la comprensione dei vini; sommariamente si trovano a quote più basse i vigneti per la produzione dei vini etichettati Tenuta Pandolfa, e sui pendii più elevati le vigne dei rossi targati Noelia Ricci da quest’anno in biologico. La parte Noelia Ricci sta su un crinale esposto a sud-est ben ventilato con dislivello 200-340 metri su terreni con differenti matrici geologiche; qui vi confluiscono lo spungone da Bertinoro, l’arenaria da Modigliana e la marna sulfurea da Predappio.
Veniamo ai vini: Godenza quello che in etichetta riporta la scimmia. La vigna da cui proviene ha un’altissima presenza di sabbia arenaria, ha colore rosso che si lascia trapassare dalla luce, profumi di frutti rossi e spezie e fiori appassiti ben disposti, il sorso ha sapore intenso ma delicato nel fraseggio tannico, con un bel tratto sapido e persistente, di grande equilibrio. Il Sangiovese, quello contraddistinto dall’immagine di una vespa, è il vino d’annata. Ha un magnifico colore rosso trasparente (quasi da Pinot Nero) e bei profumi di violetta e lamponi. L’assaggio di questo 2020 dispensa freschezza tonica, calore moderato e profilo tannico gentile e sapido. Nell’immediato il vino ideale da bere in modo spensierato sia per la persisnteza calibrata che per l’equilibrio alcolico che manifesta.
Naturalmente la gamma dei vini è più ampia e nuovi progetti stanno fermentando all’interno della squadra ma, se ve li svelassi, vi toglierei il piacere di ascoltarli dalla viva voce di quel simpaticone di Marco Cirese.
NOELIA RICCI
Via Pandolfa, 35
Località Fiumana
Predappio
https://www.noeliaricci.com/