I vini passiti esercitano un fascino irresistibile sugli appassionati di vino. Ma anche i meno esperti, i bevitori occasionali da “due volte l’anno, una a Ferragosto e una a Natale”, gli astemi, i ferrotramvieri ed i portuali di Ravenna, di fronte a un vino passito si arrendono. Meglio infatti una carezza al posto di un graffio, un sorriso invece di un ghigno, etc, etc. Eppure, nonostante i vini passiti posseggano tutte queste, ed altre ancora, qualità positive, sono tra quelli meno consumati.
Una delle probabili ragioni risiede nel fatto che, dopo un pranzo o una cena durante la quale si sono bevuti un paio di bicchieri per annaffiare i piatti, il nostro desiderio di vino è ai minimi termini e non si cerca altro che un buon caffè. Difatti il vino passito, essendo in genere associato al dessert di fine pasto, rappresenta per il nostro fisico un ulteriore carico di calorie, difficilmente smaltibile se non compiendo un giro del globo terracqueo a passo sostenuto. Tutto questo può spaventare, vanificare i sacrifici fatti in palestra espellendo litri di liquidi, che creano la pericolosa illusione della perdita di peso, mentre invece si sono smaltiti si e no due grammi di grasso corporeo.
Ciononostante è difficile sottrarsi al loro fascino per via di quei colori così dorati, pieni e luminosi, dei profumi che tutti possono carpire, tanto sono intensi e ammalianti e del loro sapore dolce che avvolge il palato. Certo, non bisogna generalizzare; ci sono vini dolci un po’ stucchevoli e sciropposi, con insufficiente freschezza acida, elemento indispensabile per dare maggior sensazione di snellezza e bevibilità, ma in genere si trovano in commercio ottimi vini. Non c’è regione che non abbia un suo passito tradizionale, e in questo segmento la nostra Romagna eccelle, producendo dalla uva albana vini di rara personalità e fascino.
Senza scomodare i “mostri sacri” della denominazione Romagna Albana Passito Docg, ben noti a tutti, segnalo oggi una bottiglia davvero notevole, l’Albana Passito di Raffaella Bissoni, viticoltrice in Bertinoro. La cantina di Raffaella è a pochi metri dalla Chiesa di Casticciano, che incontrate sulla strada che porta a Bertinoro se salite da Fratta Terme, ma attenzione: cercate di recuperare fiato, prima di imboccare la carraia per l’azienda, perché la vista che vi si offre ve ne mozzerà una buona parte.
Il passito è l’unica (per ora) versione di albana prodotta da Raffaella che appassisce le uve in pianta per due terzi con sporadici attacchi di Botrytis Cinerea, di cui un terzo dopo il taglio dei tralci. Fermenta parte in acciaio e parte in legni piccoli, cui seguono 18 mesi di affinamento in bottiglia. Questo 2015 è davvero notevole; un ampio ventaglio aromatico tra frutta candita, fichi, note mielate e di zafferano (indice di delicata botritizzazione delle uve) e un sorso certamente dolce ma snello e fresco. Un bel vino che di certo non teme il trascorrere del tempo ma io non aspetterei troppo per berlo, visto l’attuale stato di grazia.
Consiglio: per berlo cercate una compagnia adatta e lasciate perdere l’abbinamento.
Romagna Albana Passito Docg
0,500 lt. Euro 24,00
RAFFAELLA BISSONI - Via Collecchio, 280 - Loc. Casticciano Bertinoro (FC)