Il 2020 caratterizzato dallo stare in casa e dalla chiusura del canale horeca ha visto una crescita del consumo di vino di fascia media, rispetto alla categoria premium. Una tendenza che ha interessato il “fuori casa”, la Gdo e anche l’on line. A dirlo è un’analisi di Pambianco Wine che evidenzia una crescita del 3% nei primi 10 gruppi di fascia media di prodotto e al contrario una flessione del -12% in quella alta.
La classifica conferma anche il ruolo centrale dell’Emilia Romagna con i suoi tre gruppi cooperativi (Giv, Caviro e Cevico) che “pesano” il 43% del fatturato complessivo dei primi dieci gruppi italiani.
Nel dettaglio dei dati, la graduatoria vede la conferma in vetta alla classifica di Cantine Riunite&Civ, con 600 milioni di ricavi stimati, davanti a Caviro con 363 milioni e a Botter, prima società privata dietro ai due gruppi cooperativi, con 230 milioni.
A seguire, in quarta posizione e a pari merito, compaiono Fratelli Martini e Cavit. La miglior prova dell’anno è quella di Italian Wine Brands, salita in sesta posizione con un fatturato in crescita di quasi il 30% e contraddistinta da un modello di business che le ha permesso di gestire al meglio la fase pandemica, puntando soprattutto sull’online. Chiudono la top10 Enoitalia, Mezzacorona, Zonin 1821 e Terre Cevico.
“Il risultato di Riunite è significativo – spiega una nota Pambianco - perché il contributo della controllata Gruppo Italiano Vini, focalizzata su una fascia più alta e ben inserita nell’horeca, è stato pari a 395 milioni, limitando le perdite al 3. I marchi che invece sono distribuiti prevalentemente in gdo hanno lavorato con continuità, mettendo a segno incrementi di vendite. A brillare, in particolare, sono stati i brand Lamberti, Bolla e Melini”.
Caviro, leader nazionale per quantità prodotte, ha chiuso il bilancio la scorsa estate con una crescita del 10% a quota 362 milioni ma l’impatto della pandemia ricadrà in parte sull’esercizio in corso.
C’è il boom dell’e-commerce (+74%), ma anche il grande balzo del wholesale (+36%) fra le leve che hanno contribuito all’ottima performance del 2020 di Italian Wine Brands, che ha archiviato l’esercizio finanziario con 204,3 milioni di ricavi. L’incremento anno su anno ha sfiorato il 30% e determinante è stato l’apporto delle esportazioni, cresciute da 123,5 a 164 milioni di euro, arrivando a un’incidenza di circa il 75% sul fatturato complessivo.
Qualche posizione in meno per Zonin 1821, in nona posizione a 190 milioni. L’azienda guarda avanti e si prepara alle celebrazioni del duecentesimo anno dalla fondazione.