Il potere evocativo di un’etichetta

A quanti di voi è capitato di scegliere una bottiglia di vino in base all’etichetta? Certo, è più consueto che questo criterio di scelta sia applicato in un supermercato dove, furbescamente, le catene vendono ai produttori gli spazi più visibili, quelli ad altezza d’occhi; ma un appassionato di vino di solito sceglie un produttore o una denominazione, perciò la posizione della bottiglia, che sia su uno scaffale o su una carta dei vini, riveste poca importanza. A meno che… No, dicevo, a meno che non vi capiti sottomano quella etichetta di fronte alla quale vi viene da esclamare “…come vorrei averla disegnata io…”.

A me è capitato tempo fa all’Osteria La Campanara, indeciso su cosa abbinare al capretto al forno, adocchiai la bella etichetta di una bottiglia di sangiovese dell’azienda predappiese Sadivino che aveva iniziato da poco a imbottigliare in proprio, cosi mi disse il gestore Roberto Casamenti. Anche i sassi sanno oramai l’importanza dell’imballaggio (odio chiamarlo packaging) non più deputato solo a proteggere il contenuto, come era agli inizi, ma a vendere silenziosamente il suo contenuto. A volte capita che l’imballaggio prometta molto ma poi mantiene poco, ma non è questo il caso di Sadivino. Dietro alle magnifiche etichette si nascondono contenuti di altrettanta forza e bellezza.

Contenuti eterogenei dal punto di vista ampelografico, difatti, ad affiancare il sangiovese icona del territorio predappiese, troviamo anche alcuni dei vitigni classici francesi. Con l’aiuto dell’enologo Franco Pittini, l’azienda che fa capo a Cristiano Mengozzi ricava, dai circa 6 ettari di vigneto, poco meno di 18.000 bottiglie spalmate su 8 etichette, 6 rosse e 2 bianche.

Particolarmente convincente, nella produzione odierna è senza alcun dubbio il Romagna Sangiovese Riserva Predappio Maestroso 2016. Un rosso schietto e aperto sia nei profumi ben dosati di spezie e agrumi che nell’assaggio vero e proprio, dove la compattezza del tannino è diluita nella dolcezza del frutto, e la freschezza acida ne assicura snellezza strutturale.

Le bottiglie di Sadivino sono disegnate dal pittore predappiese Franco Gianelli in arte Grota. Non so descriverle, se non dal punto di vista puramente emozionale. I colori squillanti e il tratto “primitivo” hanno il potere di evocare i sentimenti più nascosti dell’animo umano. A me è capitato di risentirmi il giovincello incerto che ero nell’età dell’adolescenza. La bottiglia invece, mi ha riportato all’età adulta, laddove le emozioni si svelano anche a tavola.

SADIVINO,
Via Trivella, 17
Sant’Agostino- Predappio (FC)
https://www.sadivino.com/

Romagna Sangiovese Predappio Maestroso Riserva 2016.
All’incirca una ventina di euro.


Giovanni Solaroli
Giornalista, degustatore ufficiale, docente AIS, per anni è stato il referente per la Romagna della Guida Ais nazionale Vitae. E' co-autore del primo e unico libro interamente dedicato all’Albana di Romagna.
giovannisolaroli@gmail.com

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