Al riconoscimento di patrimonio dell’umanità non ci è arrivato. Nel frattempo ha ottenuto la tutela dal tribunale di uno stato che conta un miliardo e mezzo di persone. Il verdetto arriva dalla Cina ed è categorico: il vaso all’Amarena Fabbri non si copia. È un packaging inconfondibile, il decoro faentino blu e bianco lo rende unico, e quindi clonarlo non si può. Lo ha stabilito la Corte del Popolo del Distretto di Shanghai Yangpu che ha riconosciuto l’alta reputazione del “contenitore” ideato dalla celebre azienda dell’amarena bolognese.
La decisione del tribunale cinese chiude un contenzioso legale che ha visto l’azienda italiana impegnata dal 2019 a difendere la “proprietà intellettuale” legata al proprio packaging da un tentativo di imitazione di un’azienda dolciaria cinese. Il pronunciamento delle istituzioni a favore di un’azienda straniera, in passato inusuale nella practice cinese, costituisce un’importante precedente giuridico a conferma che il mercato del Regno Di Mezzo accoglie e protegge qualsiasi operatore che operi con onestà, serietà e passione.
“Questa sentenza è la riprova che il lavoro compiuto da imprenditori determinati, affiancati dalle diplomazie Italiana e Cinese può raggiungere risultati positivi – spiega Nicola Fabbri, presidente di Fabbri China -, e che oggi anche in Cina i marchi internazionali e il nostro Made in Italy sono equamente tutelati”.