Gennaio è tempo di inventari. Se ancora non l’avete fatto, questa è l’occasione buona per fare un check-up della vostra cantina. Controllare se, tra le bottiglie che avete acquistato, ce ne qualcuna che ha raggiunto quella curva di maturazione ideale che avevate ipotizzato al momento dell’acquisto. Ed è anche un modo per ripensare agli acquisti fatti e programmarne di nuovi. Le novità non mancano; c’è sempre qualche etichetta nuova, oppure la nuova annata del vostro produttore del cuore da mettere al sicuro in cantina prima che vada esaurita. Premesse deliziose e divertenti, ma in agguato c’è sempre il pericolo, il rischio che la vostra compagna vi segua e allora, in ogni caso, son dolori: o vi si accusa di avere troppe bottiglie e di sperperare il capitale famigliare, sottraendo il pane di bocca alla prole (ma non erano bottiglie di vino?). Oppure, nel migliore dei casi, sarete costretti a fare le pulizie di Pasqua, anche se siamo appena a Capodanno.
Allora non vi resta che fare come il sottoscritto, stare in agguato sulla soglia della cantina attendendo il momento propizio per sgattaiolare dentro. E magari ritornare con una bella e preziosa bottiglia per il primo arrosto dell’anno. Io ho ripescato una bottiglia della prima annata del GS* l’ultimo sangiovese di Gabriele Succi di Costa Archi.
Il GS uscì per la prima volta nel 2011 e ricordo che mi piacque. All’epoca lo trovai un vino innovativo rispetto allo stile cui Gabriele ci aveva abituato, uno stile che si era manifestato in rossi piuttosto corposi. Ma questo GS “srazzava” come si dice in Romagna, già dal colore che era più trasparente, poi con profumi inediti per l’area da cui proviene, la Serra, proponendo un delicato bouquet floreale e agrumato. Ma la novità vera e propria stava nell’aspetto gustativo: un sangiovese molto equilibrato e con tannini di gran qualità. Un rosso senza forzature estrattive, per nulla aspro o crudo, ma giovane, snello nel corpo ma posseduto da una energia inarrestabile.
Bene, questo ne pensai allora. Oggi il 2011 è più maturo; privato di un po’ di quella forza motrice tipicamente giovanile, ha acquisito in compenso maggior eleganza e portamento. Una bella bottiglia, bevuta al momento giusto, non capita spesso.
Perciò, amici lettori, capite ora l’importanza dell’inventario? Questa postilla la scrivo per gli amanti dei dettagli: Il GS è fatto con le uve proveniente da una parcella in località Serra di 0,4978 ha, metà con il clone BBS11 e metà con il clone SG19, entrambi su portainensto 110 Richter. Vinificazione in tini di PVC enologico da 7,5 hl, fermentazione ottenuta tramite liebiti Bayanus R2, matura “normalmente” in tonneau da 500 litri (decilitro più, decilitro meno)per un paio di anni, quindi affina ancora qualche mese in bottiglia prima di essere posto in commercio. Ne vengono realizzate circa 2.000 bottiglie.
*GS non sta per Giovanni Solaroli il cui contributo al vino sta solo nell’averlo bevuto.
GS 2013 Ravenna IGT Sangiovese 100%
euro 25,00
Azienda Agricola Costa Archi – Via Rinfosco, 190 – Località Serra Castelbolognese