Il conto al mondo della ristorazione e del vino stavolta è davvero pesante e il settore rischia fortemente di non riprendersi per lungo tempo. Chi può e ha qualche risorsa cui attingere, cerca di sopravvivere alla meno peggio, sperando che i vaccini facciano il miracolo o, quantomeno, aiutino a ristabilire un minimo di normalità. Ristoranti e trattorie con il “porto a casa” si ritagliano scampoli di normalità. Tra una chiusura e l’altra, tra un rosso, un giallo ed un arancione, qualche coperto si riesce anche a fare ma sullo sfondo resta una domanda sospesa: “quanto potrò resistere, ancora?”.
Horeca soffre, Gdo vola
Non cambia la situazione per molte cantine, soprattutto quelle artigianali. Le piccole realtà di cui è disseminato il nostro territorio soffrono. I loro tradizionali canali di vendita (Horeca Hotellerie-Restaurant-Café") non comprano più, non essendo in grado a loro volta di rivenderli. Chi invece non soffre, o soffre molto di meno, sono i giganti del vino, alcuni dei quali hanno presentato i bilanci in attivo. Merito della Gdo, l’unico canale di vendita che non ha mai smesso di funzionare, e della capacità di trasformare qualche eccedenza in alcol, la base per produrre disinfettanti i cui consumi negli ultimi 10 mesi sono centuplicati.
Le piccole cantine invece hanno poche alternative, devono liberare spazio per le nuove annate, visto che le piante non possono essere messe in standby, devono imbottigliare (ulteriori costi) senza avere prospettive di vendita, oppure svendere il lavoro di un anno, non si sa poi a chi e come.
Boom on line
Resta solo l’arma delle vendite on-line, il cui comparto registra il 122% di incremento. Più di metà degli italiani, nell’ultimo anno, ha acquistato vino sul web per la prima volta e il 47% ha dichiarato che continuerà a farlo. Sospese o ridotte del tutto le altre attività di visite e degustazioni in cantina, al piccolo produttore di vino non resta che affilare l’arma delle vendite on-line ai privati. Un’arma però che deve fare i conti con le piccole dimensioni di un’azienda a carattere familiare, le difficolta del digital divide che affligge le zone rurali, e una logistica non sempre efficiente
Iniziativa FIVI
La FIVI, la principale associazione che raggruppa le piccole cantine, ha organizzato recentemente una webinar per fornire supporto ai propri associati nell’organizzare attività di e-commerce. “Molto utile - ci ricorda Lucia Ziniti della Cantina San Biagio Vecchio - che proprio durante la prima fase di chiusura ha avviato la piattaforma per le vendite on-line”. Certo, si tratta di una pezza, un rattoppo in un calzino logoro che si spera consenta ai piccoli vignaioli e alle piccole enoteche di arrivare alla fine di questo periodo di “guano”.
Porcaloca
Mi è sembrata questa una buona occasione per sensibilizzare i consumatori e invitarli a rompere le diffidenze verso gli acquisti on line provando proprio un vino di Lucia e Andrea. Magari acquistando nel loro sito, fatto più di sostanza che di forma, il sangiovese superiore Porcaloca. È un rosso che proviene dalla Vigna del Pozzo, località San Biagio Vecchio (campagne del faentino) da terreni di argille rosse e sabbie gialle con esposizioni fresche, rivolte a nord-est e ad altezza di 190m s.l.m. da piante giovani. Queste condizioni, e la macerazione condotta per pochi giorni, favoriscono il profilo di un rosso dal tannino delicato e dal colore scarico nei toni, e ne esaltano il carattere fruttato e nervoso. Per aggiudicarsi qualcuna delle poche bottiglie prodotte serve poco; un po’ di tempo sul loro sito e qualche euro. E forse vi verrà voglia di comprare le loro farine e di seguire il tutorial su come fare un pane.
CANTINA SAN BIAGIO VECCHIO
Via Salita di Oriolo
48018 Faenza (RA)
http://www.cantinasanbiagiovecchio.com/
ROMAGNA SANGIOVESE SUPERIORE PORCALOCA! 2018 (EURO 9,00)