Iniziativa decisamente interessante e originale quella de La Cucina Italiana che ogni mese, fino a dicembre, arruola un grande cuoco italiano. Il progetto è partito in luglio con Massimo Bottura, è proseguito in agosto con Davide Oldani, a settembre con Antonia Klugmann, a ottobre con Carlo Cracco, con il numero appena uscito con Niko Romito. Un progetto di comunicazione ideato da Condé Nast per promuovere la candidatura della tradizione culinaria italiana come patrimonio immateriale dell'umanità all’Unesco. Per fare ciò ha coinvolto il mensile più autorevole d’Italia, dalla lunga storia alle spalle, è nato nel 1929.
Ogni mese il magazine viene firmato da un grande cuoco italiano che diventa ambasciatore della cucina italiana nel mondo. Ogni numero si presenta come un dossier di candidatura nel quale lo Chef racconta la sua cultura del cibo, il territorio e la filiera, interagendo con le rubriche e i contenuti della rivista. L’eccellenza italiana, ricette declinate in versione domestica, racconti di donne e uomini che fanno grande l’Italia e contribuiscono a rendere i piatti dei cuochi sempre più decisivi nel raccontare la nostra identità, il tutto animato dal desiderio di unirci finalmente una volta per tutte e allearci per raggiungere un grande e importante obiettivo: la candidatura della cucina italiana a Parigi.
Il numero di novembre è diretto da Niko Romito. Nel numero di apertura dell’iniziativa (luglio) Bottura aveva aperto le porte della sua casa e della sua cucina, insieme ai suoi contadini e produttori.
“Da Nord a Sud, la nostra è una penisola ricca di cultura, storia, innovazione. È importante unire le forze – ha detto Massimo Bottura - Vorrei che in questo Paese non si dicesse più Modena o Bologna, ma Modena e Bologna. Uniti possiamo fare tutto. Sogno il riconoscimento della cucina italiana come bene immateriale dell’Unesco”.