Finalmente, dopo un periodo piuttosto buio, si sta tornando a parlare sempre più spesso di albana, riportando questo vitigno alla dignità che da sempre merita.
Si parla molto di territorio, di stili, di approccio gastronomico a questo vino ma quasi mai si discute della longevità dell’albana, del suo resistere al tempo e al saper migliorare dopo qualche anno in bottiglia.
Qualche volta, grazie alla generosità di un amico, si riesce ad assaggiare qualche bottiglia addirittura di 30 o 40 anni fa ancora perfettamente in forma, nonostante la vinificazione casalinga dell’epoca.
Manca, invece, probabilmente a causa della recente riscoperta del vitigno, una visione approfondita delle vinificazioni che porti alla luce l’influenza del tempo sulle bottiglie del più romagnolo dei vini.
Qualche produttore illuminato però ha pensato di porre rimedio a questa mancanza, cominciando a tracciare una strada che, ne sono certo, sarà perseguita anche da altri.
Sto parlando della Merlotta, azienda imolese fondata circa 50 anni fa e che dall’inizio degli anni 2000, con l’ingresso di Fabio e Marco Minzolini, ha portato la terza generazione della famiglia alla gestione aziendale.
Fabio e Marco, nonostante la giovane età, hanno le idee molto chiare su come orientare le produzioni e su come stimolare al meglio il territorio da cui provengono le loro uve, oltre a questo stanno portando tutta l’energia necessaria per far conoscere al meglio i loro vini.
Recentemente, durante una visita alla loro cantina, siamo stati invitati a partecipare ad una verticale di 5 annate del loro Albana Secco Fondatori GP, ottenendo la conferma del fatto che l’Albana sa anche invecchiare molto bene.
Romagna Albana DOCG Secco Fondatori GP 2017
Si viene accolti da un colore giallo brillante con riflessi dorati.
Ricco al naso con albicocca, fiori di acacia ed erbe officinali a creare un profilo olfattivo potente ma al tempo stesso elegante. Ricco anche all’ assaggio, con una struttura decisa ma ben calibrata da freschezza e sapidità, che gli donano profondità e allungo su toni di frutti maturi.
Romagna Albana DOCG Secco Fondatori GP 2016
Di nuovo la lucentezza dorata di questo vino regala ottimismo e voglia di assaggiarlo. Al naso appare più delicato del precedente, quasi più restio a lasciar percepire quelle note di albicocca e pesca gialla, di salvia, rosmarino e fiori di ginestra che emergono poco alla volta e creano un quadro elegante e seducente. Il sorso è secco e di buona sapidità, la freschezza è ben integrata e ne sostiene il finale, persistente e gustoso.
Romagna Albana DOCG Secco Fondatori GP 2015
Il colore è più tenue che nei precedenti, ma reso lucente da riflessi dorati luminosi. All’olfatto è molto elegante, ricco di frutti gialli, con una nota agrumata evidente ed arricchito da lievissime note erbacee di fieno ed erbe aromatiche. Il sorso tende ad essere affilato, meno potente come struttura ma con una sapidità in gran forma che duetta con la freschezza per portare profondità.
Romagna Albana DOCG Secco Fondatori GP 2014
In questo caso il colore è giallo dorato netto, sempre luminoso. Al naso è ricco e variegato, con frutti gialli maturi in evidenza, seguiti da note di salvia e menta, oltre che da leggeri cenni iodati e di zafferano che fanno pensare ad un lieve attacco di Botritis Cinerea. All’assagio rivela una discreta struttura, un’ottima sapidità e, ancora una volta, una freschezza che senza farsi notare dona un grande allungo.
Romagna Albana DOCG Secco Fondatori GP 2012
Il colore è molto luminoso, ma questa volta sta virando verso l’oro antico. Grande complessità al naso, si percepiscono note di frutta esotica matura e di miele, leggeri cenni di erbe aromatiche, un tocco evidente di zabaione e note terziarie di ceralacca. Al sorso è secco, con una punta alcolica che tende ad invadere il campo, ma, ancora una volta, una poderosa freschezza che regala bevibilità e allungo.
Romagna Albana DOCG Secco Fondatori GP 2011
Di nuovo un colore oro antico di grande luminosità. Al naso cominciano a prevalere le note terziarie, il frutto è sempre più maturo, si percepiscono note di frutti gialli macerati, tocchi leggeri di miele e cera d’api, lievi note mentolate e iodate. Un quadro olfattivo che comunque mantiene sempre eleganza e carattere. L’assaggio è sostenuto da grande freschezza, la struttura comincia ad accusare il tempo, mentre l’alcool vorrebbe dominare la scena ma l’acidità lo tiene al suo posto, senza scomporsi e allungando piacevolmente il sorso.