Abbiamo incontrato il vicepresidente nazionale Ais Roberto Bellini, a Cesena in occasione dell’inaugurazione della nuova sede, avvenuta il 6 luglio scorso, giorno della nascita di Ais. Con lui abbiamo parlato del vino in Romagna.
La Romagna ha onorato nel miglior modo possibile il compleanno di Ais nazionale.
Certo che sì. Ha reso merito a quel gruppetto di audaci che a Milano diedero vita ad Ais, associazione cresciuta nel corso degli anni sino a diventare la più importante nel panorama della sommellerie. La mia presenza a Cesena non è casuale, visto che questa è una città tra le più vivaci, in una terra di Romagna capace di costruirsi la sua materia di professioni e di cultura
Come è visto il vino romagnolo nel contesto nazionale?
La cultura romagnola enologica è antichissima e si pregia di realtà molto interessanti, purtroppo sottovalutate sotto l’aspetto della considerazione degustativa. Penso ad esempio all’Albana, un vitigno unico di questo territorio, che avrebbe bisogno di uno spazio di racconto maggiore. So che Ais Romagna organizza un Master nazionale, penso che altri debbano muoversi in questa direzione in modo che tutto il territorio la valorizzi.
Lei è Toscano: perché la sua regione ha una reputazione vinicola così alta? Eppure parliamo sempre di Sangiovese.
Abbiamo un patrimonio di cultura sul vino veicolato da una storicità che ha visto gli Asburgo Lorena incisivi, e prima di loro i Medici con i loro contatti nel mondo, in quanto banchieri. Quindi c’è un percorso lungo secoli che ha favorito il nostro territorio. A questo aggiungo un clima e una capacità di comunicazione come territorio che ci ha resi grandi.
Quanto è importante l’aggiornamento per un sommelier?
È fondamentale. Siamo nati come possibile figura lavorativa all’interno del ristorante, distinti dal cameriere addetto ai vini. Negli anni poi la figura si è evoluta, tanto che non basta servire solo un vino ma è necessario saperlo raccontare. Oggi siamo davanti a un nuovo traguardo: il sommelier media manager. Ovvero non solo una persona con competenze tecniche ma anche social e web sempre più fondamentali nel nostro mestiere e nel territorio in cui opera
Facciamo un gioco. Lei viene in Romagna: il primo vino che vorrebbe bere?
Una Albana di Romagna secca leggermente macerata sulle bucce
Un rosso?
Un Sangiovese di Modigliana.
Perché nella Riviera romagnola si bevono pochi vini del territorio?
Perché nel periodo del boom sono arrivate frotte di turisti tedeschi e più che al territorio si è pensato a prezzo e quantità. Le cose però stanno cambiando.