Scamporella ormai ha assurto il marchio di un evento conosciuto tanto quanto il Monte di Cesena e la squadra di calcio bianconera. L’idea è venuta a Enrico Giunchi, produttore vitivinicolo di Terre Giunchi sulle colline cesenati, insieme all'amico Andrea Ceppelletti: a entrambi balena l’intuizione di aprire l’azienda agricola a eventi conviviali nel cuore della campagna. La risposta è stata a dir poco strepitosa, tanto da mettere quasi in secondo piano la produzione vitivinicola, ormai limitata a poche bottiglie.
Enrico Giunchi come è cambiato il mondo del vino a seguito del Covid19?
Chi lavorava per il canale horeca e la vendita diretta in azienda, come nel nostro caso, è rimasto al palo. Terre Giunchi ha una produzione limitata di circa 15mila bottiglie, siamo rimasti fermi. La nostra fortuna è stata la diversificazione con la nascita di Scamporella che ci ha dato una importante alternativa
Un altro vostro canale sono le visite in cantina e all’azienda agricola.
A cui si aggiunge l’agriturismo Agricola Casa cucina Bottega a pochi chilometri. È evidente che anche questi canali hanno risentito dei due mesi di stop. Le cose sono ripartite, anche se rimangono tanti i “vedremo”.
Quello che invece è ripartito a gonfie vele è Scamporella.
È quello che ci caratterizza come azienda agricola. Abbiamo il mese di giugno già tutto sold out, fra poco iniziamo con le adesioni per luglio.
Come spiega tutto questo successo?
Scamporella è la madre di tutti gli eventi a tema pic nic che sono poi sorti sempre nella zona. Anche lo scorso anno in questo periodo avevamo il tutto esaurito, quindi non è il post Covid19 che ha spinto in modo particolare. Il successo è dovuto a una organizzazione di qualità, di cui è fondamentale il ruolo di Andrea Cappelletti, insieme a una proposta che si rinnova ogni anno e che piace. Il nostro è un evento social, nel senso di socialità, voglia di stare insieme e divertirsi in un ambiente unico.
Socialità che quest’anno ha dovuto fare i conti con regole più stringenti.
Per forza di cose. Malgrado disponessimo di ampi spazi abbiamo ridotto la capienza a 150 persone, rispetto alle 200/220 di prima. Purtroppo non è stato possibile attivare il trenino che portava il visitatore nel cuore dell’evento; al suo posto c’è una passeggiata tra vigneti e frutteti in un percorso prestabilito in mezzo alla campagna. Negli anni passati le giornate erano martedì e giovedì, quest’anno abbiamo confermato il giovedì e affiancato il sabato. Ma al di là di queste piccole modifiche il cuore dell’evento è rimasto lo stesso: una cena tra gli ulivi nel segno della convivialità.
Terminiamo con un messaggio positivo. Da dove ripartire?
Siamo una terra strepitosa, abbiamo luoghi bellissimi e unici, e professionisti capaci in tutti i settori. Dobbiamo solo avere una maggiore consapevolezza di ciò, e le spalle larghe per sopportare l’urto di questi difficili mesi. L’idea di Scamporella lo testimonia. (6)