Si celebra la Giornata Mondiale della Biodiversità venerdì 22 maggio. E in questa direzione va l’impegno del Centro Ricerche Produzioni Vegetali (Crpv) che lancia una Biblioteca dei vitigni perduti.
“L’Emilia Romagna, è una regione ricca di variabilità viticola, autoctona e alloctona, ma anche molto esposta a rischio di estinzione di varietà ‘minori’ o estremamente rare – commenta in una nota Giovanni Nigro, responsabile dei Settori Vitivinicolo e Olivoleicolo -. Con il progetto SAL.VA.RE.BIO.VIT.E.R. di cui CRPV è capofila abbiamo riportato alla luce numerose varietà di uve da vino molto interessanti dal punto di vista agronomico, enologico e apprezzate dal consumatore finale sulle quali abbiamo costruito un percorso di valorizzazione attraverso l’abbinamento con prodotti tipici locali: penso al Veruccese, una varietà precoce simile al sangiovese, recuperato a Verucchio, in provincia di Rimini, dove la viticoltura è testimoniata da vinaccioli fossilizzati trovati in una tomba villanoviana del settimo secolo a.C., ma anche all’antichissimo “Festasio”, recuperato nel bordo di Festà nel modenese, alla peculiare Termarina parmense, una varietà di uva da vino senza semi, fino alla Melara e Santa Maria piacentine da cui si ricava l’inimitabile Vin Santo di Vigoleno. Tutte queste e numerose altre varietà sono conservate nel campo collezione del CRPV a Tebano, Nel Comune di Faenza: dal 2008 raccogliamo lì tutte le varietà autoctone che vengono recuperate. Oggi questa sorta di ‘biblioteca dei vini perduti’ conta ben 168 varietà antiche dell’Emilia Romagna e rappresenta un incredibile database della biodiversità vitivinicola regionale”.
Il progetto si inserisce in un discorso ad ampio raggio del Crpv nel recupero di varietà antiche su più fronti.
“La biodiversità è un tesoro inestimabile – spiega Alvaro Crociani, direttore del Centro Ricerche Produzioni Vegetali, realtà con sede a Cesena (FC) specializzata nella ricerca in ambito agroalimentare –: la sua tutela nell’ambito delle produzioni vegetali ci vede impegnati con importanti progetti di ricerca che spaziano in diversi settori e vedono coinvolti importanti enti, centri universitari, istituzioni e aziende private. Attraverso la difesa della biodiversità possiamo recuperare prodotti antichi che si credevano perduti, sviluppare nuove specie, promuovere i diversi territori recuperando frutta, oli, cereali e vini della tradizione. È un patrimonio immenso di conoscenza e di opportunità che anche grazie ai nostri progetti e all’impegno di molte realtà può essere tutelato, difeso e valorizzato”.