Il Molise è una strana regione, quanto meno per noi romagnoli. Per tanto tempo non ne sentiamo parlare, se non per echi lontani. Poi all’improvviso ecco che si affaccia nella nostra “solatia dolce paese” e mette a segno una doppietta da ricordare negli annali. Sempre nello stesso giorno.
La prima è sportiva, a Cesena: l’ultima in classifica, il Campobasso, ferma la corazzata bianconera, davanti a 10mila spettatori, che se ne tornano a casa delusi. Pochi chilometri più in là, a Bertinoro, sempre nel pomeriggio, ecco trionfare un sommelier di Isernia nel secondo Master Romagna Albana Docg. Insomma, piedi o palato non fa la differenza, il Molise ci dà una sonora lezione.
E visto che noi parliamo di vino, soffermiamoci su quanto avvenuto a Bertinoro. Sul gradino più alto ci è finito Carlo Pagano sommelier degustatore di Isernia che ha battuto al fotofinish il romagnolo Gianluca Martini.
In palio c’era la medaglia d’oro al Concorso Nazionale ‘Master dell’Albana 2018’ e la ricca borsa da 2.000 euro messa a disposizione dal Consorzio Vini di Romagna a cui è intitolato il Trofeo. Organizzato dall’Associazione Italiana Sommelier Romagna, insieme al Consorzio Vini di Romagna nell’ambito di Vino al Vino, la due giorni bertinorese promossa dal Comune e dal Consorzio Vini di Bertinoro, il Master, giunto alla seconda edizione, ha portato in terra di Romagna i campioni della sommellerie di tutta Italia che hanno dato vita a una sfida appassionante. Oggetto della competizione, riconoscimenti alla cieca, racconto e abbinamenti ai piatti e tanta comunicazione e cultura del vino.
Protagonista il ‘Romagna Albana Docg’, simbolo e mito di un territorio, i cui grappoli da Imola corrono lungo le colline fino a Cesena, trovando in Bertinoro uno dei suoi terroir più vocati.
Vino esclusivo (appena 800.000 bottiglie all’anno) e versatile, l’Albana, grazie anche a questo concorso, lancia l’Opa per un posto al sole fra i grandi bianchi del Belpaese. Con tutte le carte in regola in quanto a finezza e piacevolezza di beva, eccletticità e varietà di stili, che nella versione secco e passito la rendono unica e elegante e di grande versatilità negli abbinamenti gastronomici.
Il vincitore e il podio.
Trentasei anni, sommelier e ristoratore nella sua regione, Pagano è un professionista dei concorsi. Primo sommelier d’Abruzzo e Molise già nel 2009 ha risalito e ridisceso la Penisola mietendo successi enologici fino alle ultime medaglie d’oro ai master 2017 di Sagrantino e Nebbiolo e 2018 di Soave e Nero di Troia.
A un’incollatura dal campione di Isernia, l’imolese Gianluca Martini sommelier degustatore per vocazione, ma nella vita ingegnere gestionale in un’azienda metalmeccanica. A riprova che la conoscenza del vino è una passione e un talento a disposizione dei tutti.
Terzo ex aequo il romagnolo Riccardo Ravaioli, degustatore faentino, insieme Antonio Riontino dalla lontana Puglia.
Sempre a Riccardo Ravaioli, il premio speciale ‘Comunicare l’Albana’ che la giuria ha attribuito al sommelier per la conoscenza e la fluente esposizione di saperi legati al vino e al territorio.
“Sarò il primo testimonial di questo grande vino in tutto il Centro Italia e perché no, dovunque la mia professione mi poterà a comunicare la cultura del vino,” ha commentato a caldo Carlo Pagano ricevendo la fascia da campione dal romagnolo Marco Casadei vincitore della prima edizione. Una promessa e un auspicio che sta alla radice della realizzazione dei concorsi enologici organizzati dall’Ais, nati e cresciuti per diffondere la cultura dei grandi vini italiani lungo tutto il Belpaese enoico. A disposizione di un pubblico allargato e sempre più alla ricerca di quelle identità territoriali che il racconto del vino sa magistralmente trasmettere.
Storie di vino e di cibo che meritano di essere raccontate. Vigneron intimamente legati alla loro terra, cuochi avvezzi alla materia prima e alla tipicità, eventi che fanno grande l'Emilia Romagna. Perché bere e mangiare sono prima di tutto un atto agricolo. Tutto il resto è noia. Per scrivere alla redazione: redazione@emiliaromagnavini.it
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