Qualcosa di vecchio a Predappio, uno dei territori del vino romagnolo più noti: la viticoltura a Predappio è roba antica, se ne trovano tracce scritte già verso la fine del 1300 negli Statuti Comunali di Predappio Alta ma forse, a spulciare per benino, si potrebbe risalire a testimonianze più vecchie. Come in molte parti d’Italia, anche qui la vite era più diffusa di quanto non sia oggi; le due guerre mondiali hanno lasciato il segno e il bosco si è ripreso parte dello spazio. Il borgo di Predappio, disteso nella fresca vallata del fiume Rabbi, non dista poi così tanto dal Parco delle Foreste Umbro-Casentinesi.
Poi c’è la piccola frazione di Predappio Alta, (divisa dall’attuale Predappio nel 1936) che sorge poco distante su uno sperone di roccia, e che vigila dall’alto sulle vecchie solfatare oramai in disuso. Pochi i viticoltori in questa frazione di territorio. Verso Fiumana e nei due lati del Rabbi sono più numerosi. Poi, se parliamo di MGA Sangiovese Predappio, la situazione appare più florida, la zona delimitata si allarga e la natura dei suoli, le condizioni pedoclimatiche, sono più articolate ed eterogenee. Probabilmente non tutti, oggi, coltivano la varietà “nativa”, nota con il nome sangiovese piccolo o sangiovese dal cannello piccolo.
Qualcosa di nuovo a Predappio, è accaduto con l’inizio del terzo millennio. Francesco Condello fonda la sua azienda vitivinicola, lasciandosi alle spalle il mondo della finanza dal quale proveniva. In pochi anni prende vita il progetto completo con l’acquisizione dei primi dieci ettari dislocati a Fiumana di Predappio, nel lato della vallata verso Meldola e Rocca delle Caminate. I settanta attualmente vitati si consolidano negli anni successivi con il supporto agronomico di Federico Curtaz che cura anche i primi vini.
Azienda modello
Condé è un modello esemplare di azienda vitivinicola: cantina funzionale, risto alloggio annesso, e tutto quanto serve per attrarre e fare accoglienza. Qualche invidia iniziale, per questo grazioso e funzionale modello toscaneggiante, l’azienda Condé deve averlo suscitato. Oggi però la comunità del vino predappiese sembra più coesa che mai, forse grazie anche agli sforzi della locale associazione viticoltori che molto si spende per promuovere vini e territorio. I primi vini di Condé, parliamo sempre di Sangiovese, avevano uno stile improntato più sulla ricchezza e la concentrazione, ma poi qualcosa è cambiato. Forse un cambio di enologo, Staderini al posto di Curtaz, ha contribuito a rendere lo stile più elegante e fresco. Il Sangiovese Riserva Raggio Brusa 2013 conquistò l’ambito riconoscimento delle 4 viti nella Guida Ais Vitae 2018; un rosso dai profumi delicati di caffè e cuoio e profilato da tannini setosi e da freschezza incisiva.
L’arrivo di Chiara
Poi è arrivata Chiara Condello, la figlia, con idee tutte sue su come fare un vino a Predappio e così, con quattro ettari avocati a sé dal parco vigneti famigliare, dà vita ad una azienda e a un marchio tutti suoi. La prima annata, la 2015, ha lasciato stupiti più d’uno, Chiara ha dimostrato di possedere nonostante la giovane età, uno stile tutto suo, e una mano di rara sensibilità interpretativa.
Due i vini prodotti, il Riserva MGA Predappio Le Lucciole e il Chiara Condello MGA Predappio per i quali Chiara impiega solo il biotipo locale di sangiovese. Entrambi i vini sono emozione pura, perciò scegliete senza farvi troppi problemi ma il Riserva Le Lucciole ha avuto le 4 viti Ais Vitae 2020.
Azienda Condé e Azienda Chiara Condello
Via Lucchina 27 - Località Fiumana di Predappio
https://www.borgoconde.it/