71 anni all’anagrafe, ma Carlin Petrini la voglia di starsene a casa con le mani in mano ancora non ce l’ha. Neanche in questi giorni forzati di #iorestoacasa. E così davanti a un 25 aprile con le piazze deserte, ecco che ti tira fuori l’idea: riempire quegli spazi in modo virtuale. Lui cresciuto a carta, penna e macchina da scrivere, lancia l’idea digitale.
Non c’è proprio più religione. Anzi c’è, eccome che c’è, basta leggere le sue citazioni. “Ha detto un monaco della comunità di Bose: 'Non siamo in guerra, siamo in cura' – Petrini all’Ansa - ma questa terapia deve farci cambiare strada, dopo questo tsunami sarà tutto sarà diverso. E non posso che invitare tutti a riflettere sulla sintesi di Papa Francesco in quel discorso in piazza San Pietro: 'Credevamo di essere sani in una società malata'. È davvero il tempo di reinventarsi. L'ultimo appello all'umanità? Spero di no, ma non c'è tempo da perdere”.
I nuovi virus
L’inventore di Slow Food precisa il senso dell’iniziativa: “Dobbiamo batterci contro i nemici che oggi sono un nuovo virus che miete vittime in tutto il mondo, i cambiamenti climatici, le diseguaglianze sociali. Non si può far passare una data così importante quale è il 25 aprile senza qualcosa di coinvolgente, quest'anno che sarà così strano con nessuno in piazza per ricordare la Liberazione, nessuno che potrà portare i fiori sui monumenti dei caduti nella Resistenza. Ecco l'idea di una piazza virtuale aperta a tutti: mai vista un'adesione così ampia e con un tale trasporto nella partecipazione - sottolinea Petrini. Questa è un'azione corale, eterogenea, che coinvolge artisti, intellettuali, sportivi, uomini di chiesa e laici, movimenti, associazioni, sindacati".
L’iniziativa vede anche una raccolta fondi a favore della Caritas Italiana e della Croce Rossa Italiana per fornire aiuto a quanti non hanno un tetto o un pasto garantito.
Giorgia Canali Slow Food Italia
Condivide l’appello di Carlin Petrini anche la cesenate Giorgia Canali membro di Slow Food nazionale, che precisa: “si tratta di una iniziativa senza nessuna organizzazione alle spalle, dunque non catalogabile come di Slow Food. Sono le singole persone al centro dell’appello di Petrini e altri”.
Detto questo, passa all’adesione all’iniziativa: “Lo spirito dell’iniziativa è non rinunciare al 25 aprile, data centrale della nostra storia, e a maggior ragione nella situazione che stiamo vivendo. Lo spirito di solidarietà che deve unirci oggi deve essere lo stesso che portò tanti italiani di varie appartenenze politiche a lottare contro la dittatura nazifascista. Dobbiamo rinunciare alla piazza fisica ma non alla ricorrenza nella piazza virtuale. È una battaglia che condivido”.
Premio Artusi
Per chi conosce Petrini e le sue battaglie c’è poco da stupirsi in questo appello. Quattro anni fa in occasione dell’assegnazione del Premio Artusi a Forlimpopoli (nella foto la premiazione) disse: “Il cibo non deve essere solo nutrimento, poiché è un atto agricolo che ha una valenza sociale, economica, ambientale, antropologica. Ecco perché i cuochi oggi hanno una responsabilità anche fuori dalle loro cucine”.
Non è certo casuale, quindi, se tra i firmatari dell’appello #iorestolibero troviamo fior di cuochi a partire da Massimo Bottura.