Tra Faenza e Forlì, parallele alla trafficatissima Via Emilia, si snodano una moltitudine di strade poco frequentate, se non da chi ci vive. Strade disegnate con la squadra, rettilinei e curve ad angolo retto, retaggio della centuriazione romana. All’altezza della località Cosina (accento sulla o, mi raccomando) piegando verso sud, in questo reticolo vi ci infilate dentro senza neanche accorgervene. È il modo più facile per addentrarvi nelle prime colline tra il forlivese ed il faentino, terra di vini robusti e generosi come i terreni da cui nascono.
Tra i paesaggi agricoli
Ma, se amate i paesaggi agricoli ben tenuti, e i campi coltivati con rigore e precisione, potete percorrere le stradine più interne. Senza usare il navigatore è più facile, se provenite da Faenza ci sono via Gesuita o via Strocca di San Biagio (che passa proprio di fronte alla Chiesa Omonima), entrambe incrociano via Carbonara la quale sempre andando verso sud, passa proprio sotto al podere Calonga della famiglia Baravelli. Da Forlì invece la più comoda è prendere via Ossi che passa da Villagrappa e poi incrocia via Carbonara.
Baravelli e figli
Maurizio Baravelli, un autentico gentiluomo di campagna nei modi e nel look, produce i suoi vini fin dagli anni ‘70 prediligendo vitigni romagnoli, ai quali tributa grande amore. Siamo a pochi chilometri dal Monte Poggiolo, in località Castiglione, in una area contrassegnata da una lente di sabbie gialle chiamate molasse, nella parte orientale della Mga Oriolo, un’area dalla quale è più ragionevole trarre vini fruttati, concentrati e ricchi di sapore. Maurizio, che ora in cantina è coadiuvato dai suoi tre figli, realizza ben quattro etichette da uva sangiovese.
Il premiato Michelangiolo
La più nota, aggiudicataria di numerosi Tre Bicchieri del Gambero Rosso, e di altri importanti riconoscimenti, tra i quali le Quattro Viti della guida Ais Nazionale Vitae 2020, è il Michelangiolo, un riserva prodotto in circa 10.000 bottiglie. È un sangiovese che negli anni ha mantenuto salda la sua caratteristica di vino potente, concentrato e capace di evolvere nel tempo con grande disinvoltura. Una indubbia prova di qualità della materia e della capacità di interpretarla. Il Michelangiolo versione 2016 mi è parso particolarmente accattivante e propenso a rivelarsi senza attendere oltre. Lo si intuisce subito, appena ci si infila il naso dentro: fiori essiccati e spezie a profusione e un profumo di gelatine di ciliegie. Il palato è accarezzato e avvolto da tannini ben estratti, e tonificato da un senso di freschezza diffusa. La sua persistenza la rende adatto all’incontro con piatti sostanziosi. Vinificato in acciaio con breve macerazione, affina in barriques per un anno e, prima della messa in commercio, sosta un altro anno in bottiglia.
Romagna Sangiovese Michelangiolo Riserva 2016
Euro 20 in Enoteca
Calonga
Via Castel Leone, 8 - Località Castiglione Forlì
https://calonga.it