#iorestoacasa e vi consiglio… Parola ad Alessandro Rossi, wine manager di Partesa, instancabile globetrotter in giro per l’Italia, tra cantine, ristoranti e degustazioni. Ideatore del format “Open Wine” e del premio “Dire Fare Sognare”, Rossi ha innovato la comunicazione nel mondo del vino con il programma Deep Red Stories, format che unisce le nuove tecnologie (web e podcast) accompagnato a un linguaggio che esce dalla retorica. Collaboratore della rivista La Madia, a lui abbiamo chiesto come se la passa in giorni.
Come trascorre le sue giornate?
Il mio lavoro mi porta a stare sempre in giro, adesso finalmente sto in famiglia. Per me è l’occasione per riordinare una marea di documenti e di libri, alcuni dei quali li riprendo in mano dopo averli “rimandati” diverse volte. Aggiungo i film, la mia grande passione, ho l’abbonamento a tutte le piattaforme.
Un paio di vini che consiglia in questi giorni?
In genere consiglierei delle bollicine, ideali per i momenti conviviali. Situazione che non è certo l’attuale di #iorestoacasa. Andrei quindi su vini cerebrali, quelli nei quali ti devi soffermare un po’ di più per analizzarli bene e conoscerli più a fondo, in particolare le vecchie annate.
Più nel dettaglio?
Baroli, Barbareschi, Taurasi, Brunello di Montalcino.
Facciamo qualche nome.
Due internazionali: Robert Mondavi Cabernet sauvignon 1988; Vina Tondonia reserva Rioja 1985.
Un vino italiano?
Brunello di Montalcino Cerbaiona 1999
Cosa non può mancare nella sua cantina casalinga in questi giorni?
Quelli rapporto qualità-prezzo, i vini del quotidiano che hanno fatto del nostro Paese un baluardo a livello internazionale. Mi riferisco a Doc e Docg.
Un libro consigliato?
Cormac Mccarthy “Oltre il confine”.
Di settore?
L’ho riletto di recente: la storia di Giulio Gambelli: “L’uomo che sapeva ascoltare il vino”. Mi piace riscoprire le biografie di storici grandi personaggi che hanno avuto una “visione” e per questo hanno dato tanto a questo settore.