L’
emergenza Coronavirus è un’onda che travolge ormai l’intera società, e tutti i settori che ne fanno parte.
Economicamente parlando, il campo della ristorazione è tra quelli maggiormente colpiti, ad oggi il
buco finanziario tocca gli 8 miliardi di euro per le
oltre 300.000 imprese e i suoi collaboratori. È la Fipe (
Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ad affermarlo, aggiungendo che, se la crisi procederà in questa direzione,
le perdite sono destinate ad aumentare anche nel secondo trimestre, per avere poi un recupero nel resto dell’anno, nella
speranza che la situazione prenda una svolta.
Questa crisi ha messo un
freno a un settore in crescita nell’ultimo periodo: la
spesa degli italiani nel mangiare fuori casa. Dal 2018
al 2019 si è verificato un
aumento dello 0,7% della spesa, che negli
ultimi 10 anni è salita complessivamente di 4,9 miliardi di euro insieme alla
crescita dei posti di lavoro in bar e ristoranti del 20%. In più, la maggior parte degli italiani cena fuori almeno una volta al mese, prediligendo la pizzeria e con
abitudini ‘green’ (sette consumatori su dieci lo fanno): verificando la disponibilità della
doggy bag (37,7%) e preoccupandosi che i prodotti serviti
provengano da allevamenti sostenibili (36,6%).
Sempre nell’analisi relativa allo scorso anno cambia l’assetto per il
pranzo fuori: gli italiani prediligono sempre di più
paninoteche,
kebab e
take away (+54%), mentre in 5 milioni (il 10,8%) tutti i giorni fanno
colazione al bar. Al 2019, le imprese di ristorazione risultano,
per un terzo gestite da donne, e per una piccola parte (11,6%) da
cittadini stranieri; mentre 56.606 imprese sono
gestite da giovani al di sotto dei 35 anni.
