Pellegrino Artusi è “tornato” a Parma. Lo ha fatto nel modo a lui tanto caro, la ricetta numero 56: “Anolini alla Parmigiana”. Ricetta per eccellenza delle feste, è stata rispolverata in occasione di un doppio brindisi beneaugurante per il 2020 tra le due cittadine: Forlimpopoli e Parma. La prima protagonista con il bicentenario della nascita del suo gastronomo, la seconda nei panni di capitale italiana della cultura.
Quale migliore modo per unire le due località se non quello di rispolverare quell’antica ricetta parmigiana, così raccontata dallo stesso Artusi. “Una signora di Parma, che non ho il bene di conoscere, andata sposa a Milano mi scrive: 'Mi prendo la libertà d’inviarle la ricetta di una minestra che a Parma, mi amata città natale, è di rito nelle solennità famigliari: e non c’è casa, io credo, ove nei giorni di Natale e Pasqua non si facciano i tradizionali Anolini' . Mi dichiaro obbligato alla prefata signora perché avendo messo in prova la detta minestra è riuscita di tale mia soddisfazione da poter rendermi grato al pubblico e all’inclita guarnigione”.
A seguire il gastronomo si dettaglia negli ingredienti e nelle modalità di esecuzione. Ciò che hanno fatto nei giorni scorsi all’Università di Parma l’Associazione delle Mariette insieme alla responsabile della scuola di cucina di Casa Artusi, Carla Brigliadori che hanno proposto un laboratorio di sfoglia fatta a mano proprio sugli Anolini.
In un siffatto contesto non poteva certo mancare un accenno al bicentenario Artusiano con alcune iniziative anticipate da Laila Tentoni presidente di Casa Artusi. “A Forlimpopoli abbiamo un patrimonio di 2mila lettere scritte da letterati e semicolti, in corrispondenza con l’Artusi, microstoria dell’Italia del tempo. Su quelle lettere e sulla valorizzazione della pratica domestica della cucina verteranno le iniziative del bicentenario che contemplano anche libri, mostre, spettacoli convegni e tanto altro”.
Intervenuto anche Massimo Spigaroli, presidente di CheftoChef e di Parma City of Gastronomy, che ha evidenziato la peculiarità della gastronomia italiana: “la nostra cucina è importante e si è imposta nel mondo perché ha un passato e l’Artusi ne è il perno. La cucina dei gradi chef è internazionale con piatti elaborati e prodotti spesso introvabili; quella dell’Artusi è domestica fatta con prodotti del territorio”.
Le conclusioni all’Assessore regionale Simona Caselli: “Quando si parla di cucina si parla di prodotti agricoli, perno del sistema economico regionale. Il settore agroindustriale da noi è secondo solo alla meccanica, ha un valore di 4,7 miliardi di euro, dà lavoro a 80mila persone che salgono a 300mila con l’indotto. Siamo la regione in Europa con il maggior numero di prodotti Dop e Igp con 44 prodotti. La promozione delle nostre eccellenze è fondamentale, lo abbiamo fatto con Expo, nella Settimana della cucina italiana nel mondo, lo faremo con il sostegno al Bicentenario artusiano”.
La giornata è stata aperta dall’Assessore di Parma Nicoletta Lia Rosa Paci e da Enrico Monti presidente del Consiglio comunale di Forlimpopoli.