Lambrusco e Sangiovese la fanno da padrone nei Tre Bicchieri del Gambero Rosso 2020 in Emilia Romagna. La regione enologica perde un pezzo, da 14 passa a 13 riconoscimenti, con la Romagna che sopravanza l’Emilia di una lunghezza.
Al di là dei numeri di prammatica, fanno rumore le assenze di Gutturnio (del Piacentino non c’è traccia) e soprattutto del Pignoletto, così come (in positivo) la presenza di una Albana, a testimonianza di una lenta rinascita del vitigno autoctono per eccellenza della Romagna.
Interessante un dato: l’Emilia conferma tutte le cantine dello scorso anno, la Romagna registra un deciso turn over con 4 uscite (Ancarani, Celli, Villa Papiano, Berti) e 3 new entry (Villa Venti, Tre Monti, Chiara Condello).
Più nel dettaglio, geograficamente a nord si parte nel parmense con Monte delle Vigne con il Callas Malvasia 2017. Il reggiano piazza la doppietta con il Lambrusco: Reggiano Lambrusco Brut Cadelvento Rosé 2018 (Venturini Baldini) e Reggiano Lambrusco Concerto 2018 (Ermete Medici & Figli). Il modenese invece cala il tris con tra Lambuschi di Sorbara di altrettante cantina: Lambrusco di Sorbara del Fondatore 2018 (Cleto Chiarli), Lambrusco di Sorbara Leclisse 2018 (Alberto Paltrinieri), Lambrusco di Sorbara V. del Cristo 2018 (Cavicchioli).
Andando in Romagna spicca la Romagna Albana Secco Vitalba 2018 di Tre Monti, dopodiché è un profluvio di Sangiovese nelle diverse zone con Predappio a fare la voce grossa: Romagna Sangiovese Predappio Il Sangiovese 2018 (Noelia Ricci), Romagna Sangiovese Predappio Le Lucciole Riserva 2016 (Chiara Condello), Romagna Sangiovese Superiore Predappio di Predappio V. del Generale Riserva 2016 (Fattoria Nicolucci). Bene anche il riminese con due progetti di valorizzazione del territorio molto forti: Romagna Sangiovese Superiore Tre Miracoli 2018 (Le Rocche Malatestiane) e Romagna Sangiovese Superiore Avi Riserva 2016 (San Patrignano). A chiudere il Romagna Sangiovese Superiore Primo Segno 2017 di Villa Venti.