di Giulia Ghirotti
Un premio tanto ambito quanto sudato per un giovane sommelier di talento: Gilles Coffi Degboe. 30 anni all’anagrafe, è il vincitore della prima edizione del concorso Miglior Sommelier del Negroamaro, organizzato da Sommelier Puglia e AIS Lazio.
Originario del Benin, un fazzoletto di terra tra la Nigeria ed il Togo, si trasferisce in Romagna nel 1994 con famiglia. La passione per il vino nasce prestissimo dalle prime esperienze lavorative come comis di sala nel ristorante "Da Marino" in Toscana e si sviluppa frequentando l’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Forlimpopoli, dove si diploma nel 2008 per poi ritornare 5 anni dopo come docente.
Grazie alla scuola alberghiera prima, e al corso Sommelier poi, arrivano tante occasioni di crescita professionale: dalle esperienze di altissimo livello nella ristorazione stellata di Cracco a Milano alle avventure all’estero (Cina, Inghilterra, Svezia). Ad oggi la sua attività di sommelier professionista si divide tra la docenza al Pellegrino Artusi, i corsi di formazione per l’Iscom di Cesena e le consulenze a ristoranti e cantine.
Una vita già molto impegnata; dunque perchè partecipare a questo concorso?
Perché, amo i vini del sud ed è sempre bello cimentarsi nello studio di nuove regioni e realtà diverse dalla nostra. La Puglia in particolar modo è ricca di eccellenze tutte da scoprire.
Come è stata la tua preparazione in questi mesi?
Tanto studio nonostante il pochissimo tempo libero che i miei svariati impegni lavorativi comportano.
Come si è svolto il concorso?
Si è svolto in due fasi: al mattino un test scritto che prevedeva, oltre a domande tecniche di viticultura ed enologia, la composizione di una relazione giornalistica su un’etichetta storica, e il riconoscimento descrittivo di due vini degustati alla cieca. Nel pomeriggio i quattro concorrenti con punteggio più alto nello scritto si sono sfidati in rispettive semifinali e finali incentrate sulla degustazione di diversi campioni alla ceca, decantazione, descrizione e servizio del vino con l’abbinamento ad un menù.
Lo scontro decisivo si è giocato tra Gilles e la collega pugliese Luisa Dicuonzo, che pur giocando in casa ha dovuto cedere il primo posto al romagnolo… Ma il Negroamaro è conosciuto e diffuso in Romagna?
Purtroppo non come dovrebbe, anche se potrebbe incontrare il gusto di molti palati romagnoli.
Quindi ad un amico cosa consigli: Sangiovese o Negroamaro?
Il Negroamaro si presta benissimo in abbinamento a molti piatti della cucina romagnola per la sua grande rotondità ed estremo spessore, ma è il Sangiovese il Re indiscusso delle nostre tavole, in tutte le sue mille sfaccettature territoriali: è un vitigno versatile ed espressivo, come un foglio bianco aspetta solo l'inchiostro del terreno per scrivere la storia del luogo e descriverne le tradizioni.