Si chiama “la Divina”, ma di cinematografico non ha nulla. Più che gli occhi a parlare è il palato, perché di vino si tratta. La Divina infatti è una Cagnina, la novità sta nell’essere in versione passita. A lanciarla è Tenuta Colombarda, 22 ettari di vigne nel confine tra San Vittore e Bertinoro, con pendenze da fare accapponare uno scalatore in sella alla bici, tra 8% e 28%. Non a caso la vendemmia avviene senza nulla di meccanico perché inerpicarsi a quelle percentuali è pressoché impossibile a meno di equilibrismi da guinness dei primati. È in questo contesto che ha preso forma questa cagnina che esce dagli schemi di vino--ciambella, il cui vitigno è classificato come Terrano Nero.
“Si tratta di una scommessa – spiega Gianni Di Lorenzo, responsabile commerciale di Colombarda – per ora limitata a 4mila bottiglie, in futuro non è detto che i numeri siano destinati a crescere. Quel che è certo è la novità del nostro Romagna DOP Cagnina, che ha già ottenuto ottimi riscontri da più parti”.
Artefice del progetto è l’enologo Giuseppe Meglioli, italo-francese abituato a viaggiare il mondo, arrivato nella cantina di proprietà della famiglia Dionigi cinque anni fa. È a lui che si deve la rinascita di Tenuta Colombarda. “Quando arrivai avevo molte perplessità – ammette Meglioli – Ho studiato il caso, presentato il progetto e così nel 2015 abbiamo rifatto i vigneti e migliorato il parco attrezzature. Quello che mi preme sottolineare dei nostri vini è lo stretto legame con il territorio: hanno una identità forte specchio dei nostri vitigni autoctoni”. Attualmente l’azienda produce 50mila bottiglie, il potenziale è di 80mila. L’estero rappresenta una quota ancora bassa, “ma ci siamo dati l’obiettivo di raddoppiarlo nel giro di poco tempo”, ancora Di Lorenzo.
I risultati della svolta non sono mancati. Come nel novembre scorso quando al Campidoglio a Roma ha ricevuto la Bandiera verde agricoltura (sezione Agri-ecology), riconoscimento della CIA alle aziende che si distinguono per le loro capacità produttive e per la difesa del territorio e dell’ambiente. Un riconoscimento che fa il paio con quello “Ecofriendly” ricevuto sempre nel 2018 dalla guida Vini buoni d’Italia. “Ci fanno piacere perché premiano il nostro approccio green – precisa Meglioli – Un percorso che parte dal vigneto e si conclude in cantina. Pratichiamo un’agricoltura sostenibile e di precisione riducendo notevolmente la quantità di agrofarmaci distribuiti e ottimizzando l’utilizzo rispettando i principi della difesa integrata avanzata”.
Info: http://www.colombarda.it