Vini San Marino una nicchia fra Romagna e Marche

Sangiovese, biancale, ribolla e moscato. Un mix di ‘confine’, con vitigni caratteristici della Romagna, il sangiovese e la ribolla (analoga alla rebola riminese, da grechetto gentile) e il biancale, di famiglia simile al bianchello marchigiano. E una tipicità, il moscato, da sempre vino di tradizione sul Titano.

È tutto qui il cuore della produzione enologica sammarinese, 500.000 bottiglie circa, coltivate con passione in un aspro fazzoletto di terra incastrato fra la Valmarecchia e il Montefeltro e vigilato dal Monte Titano, uno scoglio calcareo di oltre 700 metri che guarda l’Adriatico e influenza il clima della piccola Repubblica. Centoventi ettari vitati, un’altitudine delle vigne compresa fra i 50 e i 450 metri, terreni calcareo argillosi e arenaceo-argillosi, un clima temperato con estati calde, inverni freddi e buone escursioni termiche soprattutto nelle zone più elevate, caratterizzano la produzione di questa nicchia enologica che ha saputo ritagliarsi una sua identità, mettendo a rete i viticoltori e creando un’unica grande cantina per tutto il territorio.

“La cantina di San Marino – racconta Michele Margotti (in foto), enologo della struttura - nasce ufficialmente nel 1979 con il nome di Consorzio Vini Tipici di San Marino e, da 40 anni, si occupa di valorizzare la viticoltura sammarinese. Oggi la cantina associa circa 100 vignaioli e trasforma le uve provenienti da 120 ettari di vigneti in cui si coltivano oltre ai vitigni tradizionali (sangiovese, biancale, ribolla di San Marino, e moscato), alcune varietà internazionali come lo chardonnay, il sauvignon, il pinot nero, il merlot, il cabernet sauvignon e il cabernet franc”.


Margotti, chi si occupa della conduzione della cantina?
Insieme a me, in cantina, lavora il collega enologo Aroldo Bellelli mentre la parte agronomica è gestita da Federico Curtaz.

Quali sono le principali referenze prodotte?
Comincio dalle bollicine perché la nostra è una produzione ‘fatta in casa’. Ci caratterizziamo infatti per una linea di spumantizzazione autonoma e completamente autogestita. Abbiamo quattro referenze charmat con il tappo a fungo e due frizzanti. Si tratta di brut o extradry che a seconda delle etichette alternano o mixano chardonnay, pinot nero e biancale. Passando ai bianchi commercializziamo sette etichette a base biancale o ribolla di San Marino, compreso un blend con lo chardonnay.

E per quanto riguarda i rossi?
Il sangiovese fa la parte del leone. Alcune etichette sono vinificate in acciaio a cui si associa una linea riserva con affinamento in botte francese. Oltre alle referenze di sangiovese c’è lo Sterpeto, un blend con gli internazionali, merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc e petit verdot, affinato in barrique e dedicato a Filippo da Sterpeto, primo Capitano Reggente, nel lontano 1243, della Repubblica di San Marino, la più antica del mondo. Un vino che quest’anno ha ricevuto dalla Guida Ais dell’Emilia-Romagna la qualifica di Vino Top, ambasciatore del nostro territorio. “E per finire - argomenta Margotti - c’è la nostra chicca, ‘l’Oro dei Goti’, in ricordo dell’antico popolo dei Goti che qui visse fra il V ed il VI secolo d.C., un passito di moscato, color dell’ambra i cui grappoli sono lasciati appassire in pianta e raccolti fra fine ottobre e i primi di novembre.

Qual è il mercato di riferimento per i vostri vini?
I vini del Titano hanno una diffusione di prossimità, sia sul nostro territorio che sulla vicina riviera e un mercato parallelo anche nelle altre regioni italiane, per un complessivo 85% della produzione. L’altro 15% lo vendiamo fuori Italia, in Germania, Svizzera, Slovacchia, Giappone, Stati Uniti e ultimamente anche in Brasile. Dal 2013 poi, contemporaneamente all’inaugurazione della barricaia, in adiacenza alla cantina, funziona lo shop, con la sala degustazione dove assaggiare le nostre etichette ed acquistare i prodotti del Consorzio Terra di San Marino che oltre al vino offre l’olio del frantoio, il miele e le carni locali.


Maurizio Magni
Giornalista e sommelier è responsabile della guida Emilia Romagna da Bere. A tavola e nella vita è sostenitore del libero arbitrio e del paradosso francese.
magni@agenziaprimapagina.it

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