Difficilmente, un luogo riesce a raccontare tanto. Nei cinquanta ettari della Tenuta Cialdini, a due passi da Castelvetro di Modena, si concentrano un grande vino, pluripremiato, la villa, appartenuta a un generale del Risorgimento, trasformata in uno spazio di ricerca enologica, in wine-shop, in meta turistica di campagna dove pranzare, cenare e degustare le etichette di una delle più longeve famiglie del vino italiane, sulla breccia da più di un secolo e mezzo.
Iniziamo dal vino, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Vigneto Cialdini 2023, vinificato in purezza. A tutti gli effetti un “vino rosso con le bollicine”, così intenso da conquistare la massima valutazione: i 3 Bicchieri del Gambero Rosso nella Guida Vini d’Italia 2025.
Anche qui, è importante la storia e l’esperienza, dove la tecnica si coniuga alla sensibilità e permette di affinare le uve Grasparossa del cru Vigneto Cialdini, per ottenere un ventaglio aromatico, una complessità di sfumature, una parte tannica accentuata che non ha nulla da invidiare ai rossi più di corpo. Aggiungendovi, però, la piacevolezza delle bollicine, una freschezza unica.
Tanto che la famiglia Chiarli gli ha dedicato un intero vigneto di dodici ettari e mezzo, il Vigneto Cialdini appunto, che dà nome a questo particolare Lambrusco denominato “Grasparossa”, perché, al momento della vendemmia, non solo le foglie, ma anche il raspo assumono una decisa colorazione rossa.
La villa, il parco, le visite
La villa, il parco e le scuderie ottocentesche, che risalgono al primo proprietario, il generale Enrico Cialdini, fanno da palcoscenico ai vigneti e alla sede della Cantina Cleto Chiarli, realizzata nel 2001. I cinquanta ettari che la circondano, caratterizzate da una campagna ondulata, ai piedi dell’Appennino modenese, rappresentano un terroir del tutto particolare dove prevalgono due importanti fattori: la morfologia del terreno, a tessitura franco limosa sopra un substrato ghiaioso, e le condizioni climatiche, asciutte e ventilate.
Condizioni vantaggiose dove, oltre al Lambrusco Grasparossa Vigneto Cialdini si produce anche il Pignoletto a cui sono dedicati otto ettari.
Visitare la Tenuta Cialdini è un’esperienza completa, resa più accattivante da un wine-shop e da un servizio di accoglienza che propone tour guidati di circa un’ora.
La visita inizia nei vigneti e prosegue in cantina con la illustrazione delle varie fasi di vinificazione, dalla macerazione alla svinatura del mosto alla fermentazione. Infine, la degustazione di alcune delle etichette Cleto Chiarli.
È possibile assaggiare, a seconda del pacchetto scelto, due o quattro vini e apprezzarne i caratteri organolettici, la tipicità nella sua più autentica identità e preziose indicazioni sugli abbinamenti gastronomici.
A breve, sempre all’interno del complesso di Villa Cialdini, sarà disponibile un interessante percorso espositivo, frutto di un lungo lavoro di un più ampio riordino dell’Archivio della Cleto Chiarli, che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo della soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Emilia-Romagna ha definito “patrimonio significativo e per certi aspetti unico (…), raro esempio di conservazione di tutta un’attività produttiva a partire dall’Unità d’Italia a oggi”.
Enoturismo a Villa Cialdini, qualche dato
Lo stile Chiarli, incentrato sull’eleganza e la bevibilità dei suoi vini, spinge il turismo enologico, l’organizzazione di eventi e meeting aziendali in Cantina a Villa Cialdini.
Un forte interesse che si intreccia con altre attrattive locali, dalla Motor Valley con marchi storici come Ferrari, Ducati e Maserati ai presidi agroalimentari del Parmigiano Reggiano, dell’aceto Balsamico, alla grande cucina e all’ospitalità di rango, rappresentata in particolare dallo chef Massimo Bottura. Una conferma che arriva anche dai dati disponibili: l’anno scorso la Cantina è stata meta di oltre 4.000 visitatori, provenienti dal tutto il mondo, in particolare dal Nord America. Anche il movimento enoturistico nazionale ha un rilievo importante che vede ogni anno oltre 2000 persone visitare la Cleto Chiarli.
“Siamo molto soddisfatti della risposta dell’incremento del movimento enoturistico – commenta Tommaso Chiarli, Responsabile della comunicazione di Chiarli 1860 - che indubbiamente contribuisce ad accrescere la conoscenza dell’azienda e ad aumentare il valore del marchio Cleto Chiarli. Questa è la riprova che chi ha storie autentiche da raccontare, storie di famiglia e di successi, può far crescere la reputazione non solo dei propri vini ma anche di quelli del territorio. Indubbiamente anche la prossima apertura del percorso espositivo incrementerà ancora di più l’efficacia del messaggio”.