“Allevare rispettando gli animali e la terra”, la nuova campagna di Slow Food Italia dedicata a un modello di allevamento rispettoso, che coinvolge anche i cuochi e le cuoche dell’Alleanza Slow Food di tutta la penisola, è stata presentata lunedì 4 marzo durante il primo incontro annuale della rete.
L’iniziativa mira a sostenere i buoni allevatori e il loro lavoro di preservazione della fertilità della terra, custodia della biodiversità, rispetto dei loro animali e produzione di carne, latte e formaggi di qualità. Questi allevatori sono le prime vittime del sistema zootecnico intensivo, che costruisce allevamenti sempre più grandi e impattanti.
Per sostenerli nella loro attività, Slow Food chiama in aiuto i cuochi e le cuoche dell’Alleanza che, aderendo alla campagna, parteciperanno in prima linea con una serie di iniziative e di eventi in tutta Italia. I cuochi, da sempre alleati di allevatori, contadini e artigiani di piccola scala, racconteranno con i loro piatti cosa significa davvero allevare con rispetto e faranno conoscere esempi virtuosi di allevatori che resistono.
Tra i partecipanti Massimiliano Mussoni, dell’Osteria la Sangiovesa di Santarcangelo di Romagna, che un allevatore lo è per davvero: l’osteria da sempre conta per le materie prime su un’azienda agricola collegata e presto inizierà ad allevare direttamente i suoi polli Romagnoli, Presidio Slow Food.
«Per noi, allevare i nostri animali è un valore aggiunto perché sappiamo come sono alimentati - ha raccontato Mussoni -. La campagna ci permette di approfondire la collaborazione tra noi cuochi e gli allevatori del territorio e, insieme, non fare morire le realtà locali. È importante che siano sempre di più i clienti attenti e fedeli a un certo tipo di ristorazione e allevamento. Quando mangiamo dobbiamo essere consci di ciò che stiamo portando in tavola perché è un atto potentissimo».
Massimo Spigaroli, cuoco stellato dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, uno dei primi protagonisti dell’Alleanza Slow Food dei cuochi, aggiunge «dobbiamo impegnarci affinché siano organizzati corsi specifici negli istituti scolastici a indirizzo alberghiero, dedicati a insegnare la cucina legata alla terra, alle pratiche tradizionali e rispettose dell’ambiente. I cuochi sono indispensabili per sostenere i produttori e indirizzarli alla qualità. Oggi dobbiamo pensare al futuro, anche a quello di chi questi prodotti li lavora e li valorizza in un piatto».