Passa anche dalla Romagna, più precisamente da Casa Artusi, la candidatura della cucina italiana patrimonio immateriale dell’Unesco. Promotori il Ministero della Cultura insieme al Ministero dell’Agricoltura i quali hanno annunciato l’azione del governo in questa direzione.
A farsi promotore della candidatura, anche la Fondazione Casa Artusi che da subito ha preso parte al progetto come comunità proponente, e coinvolto l’Associazione delle Mariette e le associazioni che hanno aderito, nel bicentenario della nascita di Artusi, al manifesto della cucina domestica.
La stesura del dossier, realizzata dal prof. Pier Luigi Petrillo, è stata possibile grazie all’opera di un Comitato Scientifico, presieduto dal Prof. Massimo Montanari e da alcuni dei massimi esperti di cultura del cibo, fra cui la prof. Giovanna Frosini, entrambi punti di riferimento per Casa Artusi.
“Sono profondamente orgogliosa perché in nome di Artusi abbiamo portato un contributo che ha fatto la differenza nella stesura del dossier e nel sostegno della candidatura che dà merito alla tanto amata cucina italiana”, commenta Laila Tentoni, Presidente di Casa Artusi.
Questo traguardo valorizza la stretta relazione tra cultura italiana e cibo, che si fondono in pratiche sociali, riti, gestualità basate sui tanti saperi locali che, senza gerarchie, identificano e connotano la nostra cucina. Ecco allora che il cibo non è più percepito solo come prodotto ma come fenomeno culturale ed identitario di uno stile di vita, di un modo di essere.
Il dossier verrà ora trasmesso dal Ministero degli Esteri all'Unesco e inizierà l'iter di valutazione che dovrebbe concludersi entro dicembre 2025.