La spesa alimentare domestica nel 2022 cresce, ma non per il vino. A dirlo sono i dati Ismea-Nielsen Iq che evidenziano una contrazione del -2,2% in valore e -6,7% in volume. In particolare, per Doc e Docg l’aumento del prezzo del +4,8% si accompagna a un calo dei volumi dell'8 per cento. Al posto di vino e alcolici gli italiani scelgono di mettere nel carrello acqua e bevande analcoliche. In generale, la spesa per le bevande (+4,3%) risulta comunque inferiore a quella degli alimentari (+6,7%), a differenza degli anni passati.
Condizionata dall’inflazione la spesa domestica è cresciuta su base annua del 6,4%, arrivando a un incremento eccezionale nel 2022, inferiore solamente all’aumento del 2020 influenzato dalla situazione Covid. Il rincaro dei prezzi dei prodotti combinato con l’aumento dei costi di tutti i passaggi intermedi di questi prodotti prima di arrivare sugli scaffali, come confezionamento e logistica, sono la ragione principale dell’aumento della spesa alimentare degli italiani.
Per quanto riguarda i canali distributivi, si ritorna in parte a privilegiare i punti di vendita fisici con il -6% delle famiglie che acquistano su internet rispetto all’anno scorso. In particolare, in posizione dominante rimangono i supermercati con il 40% di share, seguiti dai discount con il 22% di share.
Questo quadro così in contrasto con gli anni precedenti va assolutamente contestualizzato al sostanziale ritorno alla normalità dopo un lungo periodo di emergenza sanitaria: il consumo fuori casa e gli acquisti presso i negozi specializzati sono tornati ad essere una pratica abituale degli italiani.