Chi è Stefano Bariani, il vignaiolo che quest’anno ha ottenuto uno dei 22 Tastevin che Vitae, la guida vini dell’Associazione Italiana Sommelier, assegna ogni anno? Stefano è ferrarese, quindi emiliano amministrativamente, ma romagnolo nel cuore e nei vigneti che coltiva a Valpiana, nelle colline che dominano Brisighella.
Fin da piccolo, al posto di sognare il meccano, il traforo, o il piccolo chimico come tutti i bambini, Stefano mostra una predilezione per la vita agreste, per le corse e i giochi spensierati nei campi, all’aria aperta in un rapporto speciale con la natura. È qui, nelle fertili campagne della pianura emiliana che Stefano sviluppa il suo interesse per l’osservazione della natura e che lo porterà a scegliere di studiare presso l’Istituto per Agrotecnici dove si diploma nel 1988, cui fa seguito la Laurea in Scienze Agrarie nel 1996. Alternando gli studi e il lavoro nei campi impara a conoscere nel dettaglio la frutticoltura, la viticoltura, le colture estensive come i cereali, in una parola l’agronomia.
La passione per la viticoltura è (per noi) una fortunata conseguenza della crisi di rigetto che lo prende a seguito del tempo trascorso nei laboratori, prevalentemente al microscopio, studiando patologia vegetale, micosi e batteri. In breve decide di seguire il proprio istinto e i propri sogni: mettere a frutto gli studi di agronomo e lavorare in una grande azienda vinicola, in una grande cantina, ovunque essa si trovasse. Durante i corsi Ais per diventare sommelier, inciampa in un libro che ognuno dovrebbe leggere: “Sorì San Lorenzo, la nascita di un grande vino” di Edward Steinber. Così conosce la cantina Gaja e in breve decide di inviare il suo curriculum ad Angelo Gaja.
Racconta Stefano: “Subito non mi rispose. Decisi così di chiamare io in azienda. Mi passarono al telefono direttamente Angelo Gaja, che mi disse ‘lei cosa fa il primo maggio? È un giorno festivo, però se vuole possiamo incontrarci, il suo curriculum mi interessa’. Ovviamente accettai subito l’incontro e ci vedemmo in cantina a Barbaresco per un colloquio che durò a lungo; più di quattro ore. Mi fece molte domande, mi chiese di raccontargli la mia passione per il vino; mi raccontò dei suoi molti progetti che stavano nascendo proprio in quegli anni: la nuova proprietà a Montalcino (Pieve Santa Restituta), l’acquisizione del Castello di Barbaresco, l’acquisizione dei vigneti a La Morra (Gromis), il progetto di acquistare e costruire una nuova cantina a Bolgheri (Ca’Marcanda). Alla fine del colloquio, lo ricordo molto bene, in via amichevole, mi disse che ero pazzo; e che lui andava particolarmente d’accordo con i pazzi. Quindi, mi disse, che mi avrebbe dato una possibilità, che mi avrebbe assunto”.
Nel 2006 Stefano decide di lasciare Gaja e inseguire il sogno di esprimersi in prima persona, di diventare un vignaiolo mettendo a frutto sia gli studi che l’esperienza fatta a Barbaresco. La scelta del luogo dove mettersi in giuoco cadde sulla Romagna e dopo un anno di ricerche ecco il posto dei propri sogni; appartato, circondato dai boschi, poca presenza umana e molta natura attorno. Nasce così Fondo San Giuseppe a Brisighella in località Valpiana. “Ho scelto Brisighella perché ritengo sia un borgo collocato in una valle ancora integra, dove la natura è rimasta intatta, con il fiume e le colline, gli ulivi e i molti boschi”.
Il territorio dove Stefano produce i suoi vini è nel cuore dell’Appennino Romagnolo a circa 400 metri slm con suoli limo-argillosi, calcarei, con scheletro marnoso e ricchi in sostanza organica. A breve, tutta la gamma dei vini prodotti, saranno realizzati nella nuova Cantina in corso di completamento, al momento la vinificazione avviene con l’aiuto di Francesco Bordini, a Villa Papiano. Albana, Trebbiano, Riesling Renano, Chardonnay, Marsanne, Albana Nera, Centesimino e Sangiovese sono i vitigni coltivati al fine di tradurre in bottiglia la magica combinazione scaturita dal rapporto di ogni singolo vitigno con il territorio di coltivazione e il suo peculiare mesoclima.
Il Tastevin 2023 di Fondo San Giuseppe è legato al Fiorile 2021, l’Albana secco docg. Il nome Fiorile, ispirato dal calendario rivoluzionario francese, all’interno del quale indicava il periodo dal 21 aprile al 20 maggio, non è stato scelto a caso: è in primavera che la vitalità della natura esplode, con i suoi profumi e la sua energia, caratteristiche presenti anche in questo vino.
FONDO SAN GIUSEPPE: via Tura 7/A – 48013 Brisighella (RA)