Dopo lo stop provocato dal covid, sabato prossimo (3 dicembre), a Mercato Saraceno, torna la festa del Porcospino, manifestazione ideata da Gianpiero Giordani. È la settima edizione e si terrà nella centralissima piazza Mazzini. Rispetto al passato cambia il metodo di partecipazione. Nelle precedenti edizioni i concorrenti preparavano il dolce a casa. Adesso non sarà più così. La gara si svolgerà sotto gli occhi di tutti, nel senso che la preparazione avverrà direttamente in piazza, a partire dalle 14. Potranno partecipare al massimo dieci squadre composte da non più di tre persone interscambiabili. Si contenderanno il premio del Porcospino più buono e quello più originale.
Il dolce pare si sia diffuso sulla costa romagnola attraverso le cucine degli alberghi negli anni ’60. Ma sembra sia nato proprio a Mercato Saraceno. L’origine la si fa risalire alle sorelle Manzelli, Lea e Giuliana, appassionate di cucina che preparavano dolci su commissione e che, intorno agli anni ’50, crearono il Porcospino per un barista che aveva commissionato loro un dessert al caffè.
È un dolce natalizio tutto sommato semplice. E, proprio per questo motivo, estremamente difficile. Il minimo errore emerge subito e sbilancia la ricetta. Tutto ruota attorno alla crema al burro, prodotto di per sé non proprio dietetico, ma, se fatto bene, vera e propria delizia per il palato. Deve ricoprire i savoiardi. Attenzione, però, che avendo a che fare con una preparazione piuttosto grassa è alto il rischio di esagerare. Ma il vero pericolo è di non sciogliere bene lo zucchero e lasciarlo granuloso e, quindi, sgradevole al palato.
Importantissima è la montatura. Incamerando aria, inoltre, si alleggerisce anche la crema rendendola più gradevole. Senza pensare all’utilizzo del sifone, poi si potrebbe pensare di usare la tecnica della meringa. Comunque, a prescindere, è importante che si utilizzino uova a temperatura ambiente. Montano meglio. Altri ingredienti fondamentali sono il caffè e il liquore. Ma bisogna fare molta attenzione. Devono essere centellinati. Si rischia di sbilanciare tutta la ricetta. Attenzione, poi, alla tostatura delle mandorle. Cuocendole troppo creando uno sgradevole retrogusto.