Grazie Graziano!

La Romagna ha perso una delle sue voci più autentiche e appassionate: Graziano Pozzetto (nella foto di Gianmaria Zanotti), massimo esperto di cucina romagnola della tradizione, scrittore, gastronomo e instancabile ricercatore, si è spento all’ospedale di Ravenna. Aveva 82 anni e ha dedicato la sua intera vita a raccontare e difendere il patrimonio enogastronomico della sua terra, con rigore, passione e un amore sconfinato per la Romagna.

Questa volta, però, in questo articolo non parlerò né di cibo, né di vino, né di abbinamenti. Non lo farò perché non mi sento all’altezza di farlo, parlando di un uomo come Pozzetto. Non avrebbe senso provare a descrivere la cucina romagnola dopo di lui, non con le sue parole ancora impresse nei libri che ha scritto, nei racconti che ha tramandato, nelle ricerche che ha condotto con una dedizione assoluta.

Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo sa che non era solo un fine studioso della tradizione culinaria, ma anche un narratore instancabile, un divulgatore appassionato e un’ottima forchetta. Nel corso degli anni, Pozzetto ha raccolto storie, ricette, testimonianze dirette, codificando una cultura materiale spesso priva di fonti scritte, ma tramandata oralmente da generazioni di cuochi e azdòre.

Nato a San Biagio d’Argenta e residente da sempre a San Pietro in Campiano, ha scritto una trentina di libri e un’enciclopedia enogastronomica sulla Romagna, frutto di un lavoro di ricerca durato una vita intera. La sua biblioteca sterminata era il suo santuario, il luogo in cui passava ore a confrontare fonti, studiare, approfondire e custodire le radici della sua terra.

Pozzetto non si limitava a scrivere: è stato un animatore culturale, un punto di riferimento per chiunque volesse comprendere davvero la cucina romagnola al di là degli stereotipi. Ha contribuito a fondare il movimento Slow Food, con la convinzione che la cultura gastronomica vada difesa, protetta e tramandata. Era un paladino indefesso della tradizione, ma non un nostalgico: sapeva che il futuro della cucina romagnola passava dal rispetto per il passato, senza compromessi con le mode passeggere.

Nel 2008 ha ricevuto il prestigioso Premio Bancarella Cucina, uno dei tanti riconoscimenti di una carriera vissuta sempre con indipendenza e spirito libero, spesso autofinanziandosi le ricerche pur di non dover scendere a compromessi.

Chi ha avuto la fortuna di parlargli ricorda la sua gentilezza burbera, la sua precisione maniacale nel raccontare aneddoti e dettagli sui piatti romagnoli, la sua capacità di trasformare una conversazione sulla piadina o sul cappelletto in un viaggio nel tempo, alla scoperta delle radici della nostra cultura. Graziano Pozzetto lascia un’eredità immensa, fatta di libri, racconti, ricette e, soprattutto, una lezione fondamentale: la tradizione non è solo qualcosa da custodire, ma da vivere e far vivere.

Oggi la Romagna piange un grande uomo, ma i suoi scritti e il suo lavoro continueranno a parlare per lui, come una voce che non si spegne.

Grazie, Graziano.


Ale Fanelli
Vulcanico ristoratore, sperimentatore dei migliori vini e prodotti dell'Emilia Romagna
info@felixristorante.com

Copyright © Emilia-Romagna Vini - Iscritto al Registro Stampa presso il Tribunale di Forlì al n. 11/18