A Sanpa un restyling di testa e cuore

Nel 2020 la Cantina di Sanpa ha intrapreso un evidente cambio di passo sottolineato dal restyling delle etichette e dal passaggio dalla bottiglia bordolese alla borgognotta. Questo cambiamento rappresenta una svolta significativa nel linguaggio della cantina, sempre alla ricerca del connubio perfetto fra innovazione e tradizione, con l’occhio attento ai cambiamenti di stile che si impongono nel mondo del vino e senza dimenticare i valori della solidarietà che distinguono la cantina di Sanpatrignano fin dalla sua nascita data 1978.

Il processo di restyling – chiarisce Monia Ravagli, da quattro anni enologo della cantina, dopo un breve periodo che l’ha vista in affiancamento a Luca D’Attoma - ha richiesto uno studio approfondito, durato quasi un anno, mirato a creare un packaging moderno che rispettasse i valori cari a Sanpa”. La creazione delle nuove etichette – precisa l’enologa - è stata affidata al Wine Designer Mario di Paolo, insignito del titolo di Designer of the Year 2021 e riconosciuto come trendsetter internazionale.

Quali sono i segni che identificano le etichette e ne suggeriscono la simbologia
"
Le etichette della linea classica sono caratterizzate da segni di libertà, rappresentati attraverso un linguaggio visivo innovativo. Un elemento distintivo è l'uso del Braille lucido, in diverse colorazioni per ogni vino, che rappresenta in modo astratto la danza come movimento liberatorio. Inoltre ogni etichetta riporta un passo che racchiude un valore importante nella scala sociale della vita, come forza, vita, amore, coraggio, libertà e inizio.

E per la linea dei Cru?
“Per i tre Cru invece, cioè l’Avi, il Montepirolo e il ’78, la borgognotta è stata personalizzata con una mappa topografica sull'etichetta, identificando l'appartenenza delle uve a una specifica vigna. Questo elemento simboleggia il legame profondo con le radici e il territorio."

Il ‘caso’ Montepirolo
“Alla simbologia - argomenta l’enologa - corrisponde la filosofia di produzione dei Cru. Ne è d’esempio il Montepirolo che nasce da varietà di Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc, coltivati sulla collina omonima a Coriano. Ne risulta un taglio bordolese classico la cui prima annata d risale al 1999, in un periodo in cui queste varietà erano poco comprese nel territorio. Eppure fin da allora il Montepirolo ha dimostrato la capacità dei suoli di Sanpa di esprimere carattere, complessità ed eleganza. Un concetto ancora oggi di grande modernità che sottolinea come lo stile e il legame autentico di un vino non siano legatati a doppio filo al vitigno, quanto piuttosto al territorio che lo caratterizza e lo rende unico.

Parliamo proprio di Montepirolo, come è cambiato il vino in questi ultimi anni?
“Per i Cru e il Montepirolo in particolare l'annata 2021 rappresenta il frutto di un lavoro attento agli effetti del cambiamento climatico. Le vendemmie anticipate e un'uva che diventa la voce del suolo, segnano una netta differenza rispetto al passato. La vinificazione è meno invasiva, orientata a valorizzare il terroir e riflettere l'annata. Ogni micro parcella di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc viene vinificata separatamente, e dopo la fermentazione alcolica e malolattica spontanea, i vini vengono sottoposti a un lungo trattamento in barrique. Le barrique, selezionate con cura, provengono da tonnellerie di Bordeaux e sono realizzate con querce di foreste secolari, che conferiscono al legno connotazioni uniche ritrovabili nei vini. Così Struttura e muscolo lasciano spazio alla complessità , frutto di un equilibrio tra un legno ben dosato ed estrazione.

Ma come avviene l’assemblaggio finale che caratterizza il Montepirolo di una determinata annata?
A distanza di 18 mesi, all’assaggio di ogni singola barrique di Montepirolo, si decide come assemblare in acciaio. E da quel momento, fino alla bottiglia, inizia quello che a me piace chiamare l’innamoramento. La capacità di trasmettere un territorio attraverso varietà così diverse non è semplice. E’ il tempo che dimostra un rapporto d’amore che arriva da così lontano. Il processo ‘d’innamoramento’ quindi è lento, fatto di assaggi e ragionamenti. Ed è da questo processo, in continuo e empatico equilibrio fra testa e cuore, che nascono le percentuali dei vitigni che andranno a comporre il vino d’annata.


Redazione Emiliaromagnavini
Storie di vino e di cibo che meritano di essere raccontate. Vigneron intimamente legati alla loro terra, cuochi avvezzi alla materia prima e alla tipicità, eventi che fanno grande l'Emilia Romagna. Perché bere e mangiare sono prima di tutto un atto agricolo. Tutto il resto è noia. Per scrivere alla redazione: redazione@emiliaromagnavini.it
redazione@emiliaromagnavini.it

Copyright © Emilia-Romagna Vini - Iscritto al Registro Stampa presso il Tribunale di Forlì al n. 11/18