La romagnola Tenuta Uccellina si trova nella bassa ravennate, il penultimo dei luoghi che un eno-fighetto vorrebbe visitare. Dal punto vista strettamente enologico si tratta di un’area vocata alle produzioni di quantità di qualunque genere agricolo. I terreni sono fertili e i raccolti generosi, grandinate e maltempi vari permettendo. Perciò è abbastanza logico che le aspettative di trovare grandi vini da queste parti siano ai minimi termini. Quando però le combinazioni astrali sono favorevoli e i pianeti allineati e disposti nelle case giuste, ci possono essere delle piacevoli sorprese.
La famiglia Rusticali, senza nulla togliere ai fondatori Alberto e Antonietta, negli ultimissimi anni ha impresso una considerevole sterzata verso l’alto grazie al figlio Hermes, laureato in viticoltura ed enologia da poco. Una ulteriore dimostrazione che l’esperienza in campo conta, ma senza lo studio si va poco lontano.
Fondata nel 1985 da Alberto Rusticali, Tenuta Uccellina ha sempre creduto e puntato sule uve tradizionali di Romagna, alcune delle quali risultano tuttora poco note ai più e sono il frutto di un impegno costante della famiglia al servizio di questa parte meno famosa della Romagna vitivinicola. Uva Longanesi (Bursôn), Famoso (Rambëla) sono le più conosciute e da vinificate da tempo mentre la bianca Cavecia e la rossa Pelagos sono uve marziane, le cui prime bottiglie si devono alla Tenuta Uccellina.
Poi ci sono naturalmente Albana e Sangiovese coltivati in collina a Zattaglia (Brisighella) e difatti sono entrati nel progetto Brisighella Anima dei Tre Colli, mentre i restanti si trovano in pianura, a Russi, dove è presente anche la cantina, recentemente ristrutturata.
Il giovane Hermes è un ragazzo il cui entusiasmo ha la forza trainante di una Lamborghini da 700 hp e le ultime bottiglie realizzate sotto i suoi dettati riservano belle sorprese. Vini puliti e ben eseguiti ed è lecito attendersi ulteriori miglioramenti perché i genitori lasciano molto spazio al pargoletto e non credo che resteranno delusi.
Al Vinitaly ne ho avuto conferma grazie a due vini il Trebbiano Hermes realizzato da uve raccolte tardivamente, in leggera presenza di botrytis, fermentazione del mosto in barrique esauste e in parte in acciaio, una piccola aggiunta di Trebbiano di una precedente raccolta precoce e un lungo affinamento su fecce fini in vasche di acciaio. Davvero convincente specie se si osa con abbinamenti particolari come pollo al Curry o petto d’anatra affumicato o addirittura Speck.
Il secondo è uno Spumante Metodo Classico il Biribesch da uve Cavecia presente solo in un vecchio filare alberato e in meno di un ettaro reimpiantato recentemente. Lo fanno uscire come Brut Nature ed in effetti l’acidità si sente ma oggi tutti cercano vini “verticali” per cui il Biribesch è un vino contemporaneo. Costo modestissimo 12 euro il Trebbiano e 16 il Metodo Classico nello e-shop aziendale.